Politica

Lofven torna al governo Fermata l'ultradestra

Manuela Gatti

Una nuova coalizione di forze «nata per evitare l'influenza delle politiche di estrema destra». Il premier riconfermato alla guida della Svezia, il socialdemocratico Stefan Lofven, non nega l'obiettivo dell'inedita coalizione che ieri ha ottenuto la fiducia dal Parlamento di Stoccolma. E così, dopo uno stallo record di quattro mesi dal voto del 9 settembre, da cui era emerso un elettorato frammentato, lunedì il Paese scandinavo avrà un nuovo governo. Ancora guidato da Lovfen, dopo la perdita della maggioranza e il conseguente voto di sfiducia in autunno.

Prima del premier uscente, leader del centrosinistra al governo in Svezia dal secondo dopoguerra, ci hanno provato in due. Inutilmente. Il primo è stato Ulf Kristersson, alla guida del Partito moderato, formazione conservatrice di centrodestra che a settembre aveva conquistato il 20 per cento delle preferenze, piazzandosi seconda dopo i socialdemocratici al 28. Alla fine gli alleati hanno deciso di non sostenerlo dopo aver scoperto che Kristersson aveva cercato l'appoggio dell'ultradestra degli Svedesi Democratici. Una forza politica che poteva fare comodo alla luce del 17 per cento ottenuto alle elezioni, percentuale che li ha resi il terzo partito del Paese nonostante le posizioni estreme su immigrazione ed euroscetticismo. Naufragato il tentativo del centrodestra, ci ha provato il partito di Centro con la sua leader, Annie Lööf, ma nemmeno lei ce l'ha fatta. A quel punto è tornato in gioco Lofven, che è riuscito a mettere insieme un governo di minoranza con i Verdi, sostenuto anche dal Centro e dai Liberali, tradizionalmente vicini al centrodestra.

«In tutto il mondo gli estremismi di destra stanno guadagnando potere. Sempre più governi stanno diventando dipendenti da partiti che hanno un'agenda antidemocratica - ha detto Lovfen inaugurando il suo secondo mandato -. La Svezia sceglie una strada diversa». Per Jimmie Akesson, numero uno degli Svedesi Democratici, il centrosinistra «non ha capito niente». «Stanno tornando a una politica che aumenterà l'immigrazione, il tema più importante della scorsa legislatura». Nel 2015, nel pieno della crisi siriana, la Svezia è stato il Paese Ue che ha accolto più richiedenti asilo pro capite.

Dai sondaggi emerge come da allora l'elettorato sia diventato via via più sensibile all'argomento e alla questione della sicurezza, a causa dell'aumento della criminalità nei centri urbani.

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