Europa

L'ombra di Afd e la Cdu spingono Scholz a trattare con Meloni

Le diplomazie lavorano a un bilaterale a Granada (giovedì o venerdì) dopo lo scontro sulle Ong. Il peso del voto di domenica in Assia e Baviera

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Dopo lo scontro frontale sulle Ong, solo il fatto che gli uffici diplomatici di Palazzo Chigi e del Bundeskanzleramt siano in costante contatto ormai da 48 ore per organizzare un bilaterale tra Giorgia Meloni e Olaf Scholz è a suo modo una notizia. La diplomazia, ci mancherebbe, spesso si muove secondo logiche distanti dalle dichiarazioni pubbliche o dalle polemiche contingenti. È del tutto evidente, però, che se - come sembra - la premier e il cancelliere tedesco avranno un faccia a faccia tra giovedì e venerdì a Granada (a margine delle riunioni della Comunità politica europea e del Consiglio Ue informale) sarà non certo per acuire lo scontro ma quantomeno per abbozzare una tregua.

D'altra parte, la Germania non fa eccezioni. E come tutta la politica del vecchio continente, fino alle elezioni Europee di giugno è destinata a muoversi secondo logiche da campagna elettorale. Ne sa qualcosa Emmanuel Macron, fortemente condizionato dalla corsa a destra di Marine Le Pen. Allo stesso modo, Scholz deve fare i conti con un deciso calo dei consensi, con gli ultimi sondaggi di settembre (rilevazione Forsa per Rtl-Stern) che continuano a dare i socialisti di Spd come terzo partito (al 17%, -9 rispetto alle ultime politiche), scavalcati dall'ultra-destra di Afd (al 21%, +11) e distante ben dieci punti da Cdu-Csu (al 27%).

Non un dettaglio. Soprattutto considerando il fatto che, oltre alla frenata dell'economia tedesca, uno dei fronti su cui Scholz è in grande difficoltà è quello della politica migratoria. Su cui il Cancelliere è duramente contestato non solo da Alternative für Deutschland, ma pure dalla ben più moderata Cdu. Proprio ieri, parlando alla Bild, il segretario generale dei cristiano-democratici, Carsten Linnemann, ha infatti invitato Scholz a «dare un segnale al mondo intero» perché le capacità di accoglienza della Germania «sono esaurite». Mentre l'ex ministro delle Finanze e oggi parlamentare Cdu, Wolfgang Schaeuble, intervistato da Die Zeit è arrivato a dire di «comprendere l'irritazione degli italiani per il fatto che la Germania sta fornendo sostegno statale alle Ong» nel Mediterraneo.

Scholz, insomma, è preso tra due fuochi. E domenica dovrà fare i conti con le elezioni in Assia e Baviera, due dei principali lander in quanto a Pil (valgono più di un quarto della produzione economica tedesca) che rappresentano quasi 20 milioni di abitanti (su un totale di circa 84). Insomma, un discreto test. Con la Baviera (secondo lander in quanto a Pil e numero di abitanti) dove è sì scontata la vittoria della Csu, i cristiano-sociali fratelli separati dei cristiano-democratici della Cdu, ma dove per il secondo posto sono in corsa - quotati al 15% - Verdi, Afd e i populisti ultra-conservatori di Liberi elettori. Insomma, comunque finisca domenica, il dato è che in quella che è la Lombardia tedesca, la destra-destra potrebbe raggiungere il 30%.

Per Scholz un problema gigantesco, che non è affatto escluso possa pesare su una eventuale ricomposizione con Meloni dopo i fuochi d'artificio degli ultimi giorni.

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