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L'ordine del giudice a Trump: "Ora pubblichi i suoi redditi"

Il presidente dovrà consegnare 8 anni di dichiarazioni fiscali personali e aziendali. Ma il suo legale fa appello

L'ordine del giudice a Trump: "Ora pubblichi i suoi redditi"

New York Si apre un nuovo fronte per Donald Trump. Questa volta non riguarda il processo di impeachment iniziato a suo carico alla Camera a guida democratica, ma la questione delle tasse. Un giudice federale di New York ha stabilito che il presidente americano dovrà consegnare al procuratore di Manhattan otto anni delle sue dichiarazioni fiscali personali e aziendali. La sentenza di 75 pagine rigetta la tesi dei legali del tycoon secondo cui un presidente in carica è immune dall'essere perseguito penalmente, e dà il via libera al procuratore di chiedere la consegna delle dichiarazioni.

Nel documento si afferma che Trump non può vietare ai commercialisti che negli anni hanno curato i suoi conti di collaborare con la giustizia. E la teoria di The Donald che qualsiasi inquilino della Casa Bianca godrebbe di una «immunità assoluta dai processi penali di qualsiasi tipo» per il giudice Victor Marrero «costituirebbe un superamento del potere esecutivo». Un avvocato di Trump ha già presentato appello, e lui su Twitter ha attaccato i «democratici della sinistra radicale» che «hanno fallito su tutti i fronti e quindi ora stanno spingendo i procuratori locali e statali di New York a incastrare il presidente». «Una cosa del genere non è mai successa a nessun presidente prima - ha aggiunto - neanche lontanamente». Sull'Ucrainagate, invece, si è fatta avanti una seconda talpa tramite il suo avvocato, Mark Zaid, per denunciare le pressioni di Trump su Kiev per far indagare i Biden. A differenza del primo informatore, la cui denuncia ha fatto scattare l'indagine per l'impeachment, questo ha notizie di prima mano, e ha già parlato con l'ispettore generale dell'intelligence. Come ha precisato Zaid, però, non ha ancora comunicato con le commissioni parlamentari che conducono l'inchiesta.

Per il capo di gabinetto ad interim della Casa Bianca Mick Mulvaney, comunque, il processo di impeachment si trasformerà in una enorme vittoria per il presidente. In diverse recenti conversazioni con i colleghi, come ha riportato il sito Axios, Mulvaney si è detto sinceramente convinto che la vicenda avrà un effetto molto positivo per Trump, il quale a suo parere potrebbe conquistare addirittura 45 stati nelle elezioni del 2020. E il Commander in Chief, da parte sua, ha rilanciato attaccando la speaker della Camera Nancy Pelosi, accusandola di «tradimento» e affermando che dovrebbe essere rimossa dalla sua carica. «Pelosi era a conoscenza di tutte le molteplici menzogne di Adam Schiff (il presidente della commissione Intelligence della Camera) e delle massicce frodi perpetrate sul Congresso e sul popolo americano - ha twittato - sotto forma di un discorso disonesto e di incontri illegali con un informatore di parte». «Questo rende Nancy colpevole tanto quanto Schiff, persino di tradimento», ha tuonato Trump.

Le commissioni Intelligence, Esteri e Vigilanza della Camera hanno chiesto al Pentagono e all'Ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca i documenti sia sulla richiesta di Trump al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di indagare sui Biden, che sul ritardo degli aiuti militari a Kiev. Imponendo la scadenza del 15 ottobre per la consegna.

Le tre commissioni «stanno indagando sulla misura in cui il presidente ha messo a repentaglio la sicurezza nazionale facendo pressione sull'Ucraina per interferire con le prossime elezioni e trattenendo l'assistenza militare fornita dal Congresso per aiutare Kiev a contrastare l'aggressione russa».

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