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L'Ue boccia la manovra: ​"L'Italia ha tre settimane per scrivere un'altra bozza"

Il collegio dei commissari Ue ha rigettato il documento programmatico di bilancio: "L'Italia viola deliberatamente regole". Ma il governo non torna indietro: "Non c'è alcun piano B"

L'Ue boccia la manovra: ​"L'Italia ha tre settimane per scrivere un'altra bozza"

La bocciatura era stata annunciata, e ora è arrivata sul tavolo del premier Giuseppe Conte. Con quella che è una mossa senza precedenti, il collegio dei commissari europei ha, infatti, deciso di rigettare il documento programmatico di bilancio dell'Italia e di chiedere al governo di "presentarne una nuova versione il più presto possibile e al più tardi entro tre settimane". "Chiediamo di sottomettere di nuovo il documento programmatico di bilancio", ha detto una fonte facendo notare, dopo la decisione assunta nella riunione odierna della Commissione a Strasburgo, che "è la prima volta" che una simile procedura viene avviata dall'Unione europea.

Conte non vuole sentir parlare di Italexit. "È per quello che lo spread continua a ballare", dice in un'intervista a Bloomberg ribadendo che, pur ancorando saldamente l'Italia all'Europa, il governo non intende prendere in considerazione un "piano B" soltanto perché è l'Europa a imporglielo. "Ho detto che il rapporto deficit/Pil al 2,4% è il nostro tetto - ribadisce per l'ennesima volta - e sarà il nostro tetto". La linea, decisa con Matteo Salvini e Luigi di Maio, è di andare allo scontro. E, dal momento che a Bruxelles nessuno ha intenzione di farsi da parte, l'impatto sarà durissimo. "Dovete considerare che non siamo scommettitori che giocano sul futuro dei nostri figli alla roulette", spiega Conte rivendicando che la manovra economica presentata dal suo esecutivo è "il miglior modo per uscire dalla trappola del debito". A Bruxelles non sono affatto d'accordo: credono piuttosto che alzare il rapporto deficit/Pil per andare a coprire norme assistenziali come il reddito di cittadinanza possa far solo male all'Italia. Da qui la richiesta di rivedere l'intero impianto della legge di Bilancio "entro tre settimane". Un ultimatum del tutto irricevibile per Salvini che ha ricordato ai commissari europei che "solo il Parlamento italiano potrà migliorare" la manovra economica e si offre di incontrare, "anche domani", il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker, per spiegargli il testo. "Ma - ha anche ribadito - nessuno toglierà un euro dalle tasche degli italiani".

Non è solo il governo italiano, però, a usare parole lapidarie. Anche a Bruxelles hanno deciso di adottare la linea dura. "Il governo italiano sta apertamente e deliberatamente andando contro gli impegni che aveva preso", ha accusato il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Secondo il parere del colleggio dei commissari, il documento programmatico di bilancio italiano configura "una inadempienza particolarmante grave" rispetto alle regole europee. Nel mirino dei commissari, però, non è finito soltanto il rapporto deficit/Pil. Da una parte si scagliano contro l'introduzione del condono fiscale, che a loro dire scoraggia "il rispetto, già basso, delle norme fiscali, premiando implicitamente i comportamenti che non rispettano le leggi", dall'altra difendono l'impianto della legge Fornero bocciando apertamente la possibilità di pensionamenti anticipati perché minano "la sostenibilità a lungo termine del consistente debito pubblico italiano". "Data la dimensione significativa dell'economia italiana nell'area euro - si legge nel governo - le scelte del governo creano rischi di ricadute negative per gli altri Stati membri".

A questo punto, se l'esecutivo gialloverde non dovesse modificare la manovra, Bruxelles aprirà una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. "Violare le regole su deficit e debito a prima vista può apparire una tentazione e può fornire l'illusione di affrancarsi - ha detto Dombrovskis - ma a un certo punto il debito si avvicina al punto in cui è troppo pesante e si finisce senza libertà". La palla torna, dunque, nelle mani del governo. Ma il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ci ha comunque tenuto a far presente al ministro dell'Economia Giovanni Tria che per l'Unione europea resta "un interlocutore credibile e legittimo" e, più in generale, che "la porta resta aperta". "Tuttavia - ha fatto notare - non siamo di fronte a un caso borderline. Siamo di fronte a una deviazione che è chiara, netta e da alcuni rivendicata. Non si tratta di una divergenza minima come negli anni passati, qui lo scostamento è netto".

Per questo, sebbene l'intento sia quello di portare avanti "un dialogo costruttivo", Moscovici non lascia molto spazio di manovra al governo italiano.

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