L'ultimatum di Costa: "No trivelle o mi dimetto"
23 Gennaio 2019 - 20:43Alta tensione nel governo. Un ministro (di peso) minaccia l'addio. Si tratta del generale Sergio Costa, ministro all'Ambiente
Alta tensione nel governo. Un ministro (di peso) minaccia l'addio. Si tratta del generale Sergio Costa che di fatto è ministro dell'Ambiente ed è stato fortemente voluto per questo incarico dal Movimento Cinque Stelle. Il ministro adesso non cede alle pressioni sulle trivellazioni e di fatto rinadisce la sua linea che è un "no" secco a nuovi interventi su questo fronte: "Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza".
Una frase che di fatto fa discutere e che potrebbe creare non pochi problemi all'interno del governo. Infine il ministro all'Ambiente ha parlato del Daspo per chi inquina: "Ho costituito con la magistratura e con esperti a livello nazionale la riforma dei reati ambientali per arrivare a due cose: il 'daspo ambientale', perché chi inquina vada via dal territorio, non è degno di viverci e se ne deve andare; poi, chi inquina ha prodotto un tale disvalore sociale che lo Stato deve prendersi tutto il suo patrimonio restituendogli solo la parte che lui è in grado di dimostrare di aver guadagnato in modo lecito. Si chiama inversione dell'onere della prova, legge Falcone-Borsellino, che io applico all'ambiente". Alle "minacce" di Costa ha risposto il viceministro dell'Economia, Massimo Garavaglia che all'Adnkronos afferma: "Sulle trivellazioni Costa deve fare il ministro, non quello che vuole lui" visto che ci sono "atti obbligatori e c'è un iter in corso".
Alla fine all'interno della maggioranza non è stata trovata un'intesa su autorizzazioni e canoni e questo ha comportato una serie di sospensioni e rinvii in Senato, fino al nulla di fatto registrato in serata. Le posizioni "restano distanti" e la trattativa è stata "sospesa" almeno fino a domattina, quando si riunirà nuovamente la Capigruppo di Palazzo Madama. M5s - che assicura di non intendere arretrare - e Lega hanno dunque deciso di prendersi altro tempo per provare ad arrivare a un'intesa sul tema che divide i due alleati di governo. Al momento la situazione viene descritta come "di difficile risoluzione".
Tra le ipotesi al vaglio, anche lo stralcio del tema dal decreto.
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