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L'ultimo annuncio di Renzi: ​"Più soldi a pensioni minime"

Il premier anticipa la legge di Stabilità 2017: "Andare prima in pensione costerà pochissimo"

L'ultimo annuncio di Renzi: ​"Più soldi a pensioni minime"

"Gli 80 euro sono una misura che cerchiamo di dare come messaggio di equità. Quest'anno faremo un intervento per chi prende poco di pensione e sarà nella legge di stabilità del 2017. Metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco. Chi prende due pensioni, non li prenderà: vale il totale. È una misura che è stata fatta in passato, il governo Prodi aveva fatto una sorta di quattordicesima per chi prende meno di 750 euro al mese e ne intasca in più 50-40. Noi ragioniamo su questa ipotesi". Matteo Renzi, durante la registrazione di Porta a Porta che andrà in onda questa sera su Rai 1, torna sul tema pensioni e annuncia: "Una mano a chi ha la pensione minima e trovare il modo di agevolare chi vuole andare in pensione e gli mancano due o tre anni. Una sorta di scivolo. Tutti quelli che stanno tre anni prima della pensione, se accettano, possono decidere autonomamente se andarsene. Loro non tirano fuori una lira. Rinunciano a una quota di venti, trenta euro e vanno in pensione un anno prima. Chi è a tre anni dalla pensione potrà decidere di andare prima e lasciare il lavoro, rinunciando a una quota di pensione. Questo anticipo pensionistico è la seconda misura sulle pensioni che inseriremo nella legge di Stabilità 2017".

Renzi sul referendum

"Non ci ho ripensato, ma per non personalizzare non parlo più del mio futuro". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sull'eventualità di sue dimissioni in caso di vittoria del no al referendum istituzionale. "Non c'è nessun articolo della riforma che cambia i poteri del Presidente del Consiglio. Sia che vinca il sì sia che vinca il no il Presidente del Consiglio rimane con gli stessi poteri". E poi ha precisato: "Dicono che è la riforma di Renzi, ma è esattamente l'opposto: è il parlamento che l'ha votata e che ha apportato modifiche rispetto al testo originario." Infine, in merito alla data Renzi ha detto: "Direi a naso che si voterà per il referendum tra il 15 novembre e il 5 dicembre. Entro il 25 settembre fissiamo la data del referendum che sarà tra i 50 e i 70 giorni successivi".

"Pronti a cambiare l'Italiacum"

"Noi siamo pronti a cambiare l'Italicum se ci sono i numeri in Parlamento. Sia che la Corte Costituzionale dica sì, sia che dica no", ha detto Renzi rispondendo a una domanda su cosa accadrà se il 4 ottobre la Consulta boccerà una parte della legge elettorale. "Io sono per le preferenze, ma mi va bene anche il collegio uninominale", ha aggiunto.

"Non ci sarà più un caso L'Aquila"

Il premier poi ha parlato anche del post-terremoto: "A tutte le forze politiche dico: litighiamo su tutto ma non litighiamo sul progetto Casa Italia. Possiamo fare un percorso bipartisan tutti insieme. Su Casa Italia, scegliendo i migliori, si può dimostrare che siamo i numeri uno sull'emergenza ma anche sulla prevenzione. Il problema non sono i soldi: ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra, che siano fatti interventi a capocchia. Non ho detto cifre, non inizierò a farlo adesso. L'Italia era il Paese in cui 900 Comuni diventavano 600. Non ci sarà più un caso L'Aquila".

Renzi poi preannuncia sgravi fiscali anche a sostegno delle "partite Iva", che possano avere "un risparmio di mille euro l'anno", con l'obiettivo di "raggiungere 500mila partite Iva".

E poi si pone come obiettivo "l'adeguamento contrattuale" dei dipendenti pubblici e lo sblocco dell'adeguamento salariale".

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