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L'ultimo comunista dà del capitalista a Tronchetti

Il governatore Rossi attacca l'ad Pirelli. Lui replica: "L'accordo Bekaert fatto col suo placet"

L'ultimo comunista dà del capitalista a Tronchetti

Ne resterà soltanto uno. E infatti lui è rimasto solo, o quasi. Probabilmente il governatore della Toscana (ancora per poco) Enrico Rossi, è l'ultimo dei comunisti immortali, veramente convinti. L'unico che ancora non si vergogna a manifestarlo. La sua anacronistica battaglia contro i ricchi e i padroni e a favore degli operai e gli immigrati è diventata stucchevole. Per di più quando viene fatta in maniera gratuita come è successo ieri contro l'ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera che oggi in edicola su Affari&Finanza di Repubblica, ha rilasciato un'intervista nella quale spiega perché «l'Italia non ama le imprese» e ha dei «pregiudizi sui privati». Ciononostante, l'azienda leader dei pneumatici «rimarrà italiana nel cuore e nella testa perché le clausole che regolano la governance tra soci cinesi e quelli italiani prevedono che solo con il 90% dei voti si possano prendere decisioni capaci di cambiare il corso della società».

Un giudizio che, evidentemente, deve aver fatto andare di traverso il panettone al presidente Rossi, che ha avvertito l'impellente bisogno di postare su Facebook il suo fondamentale pensiero della domenica. «Giudizi sprezzanti e falsi che mi indignano se penso alla sorte ai 318 lavoratori della Pirelli di Figline, il cui stabilimento ceduto dalla Pirelli alla Bekaert è stato chiuso e delocalizzato in Romania». All'epoca dei fatti, però, la Nazione del 14 febbraio 2014 riportò le parole dell'assessore al Lavoro della Regione, Gianfranco Simoncini, il quale si diceva soddisfatto «dell'accordo raggiunto sulla Pirelli». E lo stesso Rossi aggiunse che «Pirelli ha mantenuto gli impegni anche sul fronte commerciale, andando perfino oltre gli accordi sottoscritti all'epoca della cessione».

Ma oggi il governatore si scaglia contro Pirelli per quella storia, raccontandone un'altra, la sua. «Sono stato con i lavoratori anche davanti la sede della Pirelli a Milano, ma ci hanno tenuto fuori dai cancelli e non siamo stati neppure ricevuti con una delegazione». E se la prende con il «governo del cambiamento, che non ha avuto il coraggio di chiamare i capitalisti alle loro responsabilità sociali ed etiche». Li chiama ancora capitalisti come 50 anni fa. E questo la dice lunga. «Da questo si evince quanto il governo del cambiamento voglia effettivamente cambiare i rapporti tra capitale e lavoro, e quanto a Tronchetti Provera stiano davvero a cuore le imprese italiane o piuttosto il suo portafoglio».

Il numero uno della Pirelli ricorda a Rossi che «l'accordo raggiunto sulla cessione a Bekaert delle attività steelcord, ebbe il plauso dei sindacati e della stessa Regione» e che «le parole di Rossi sono l'esempio di quel vecchio modo di fare politica che tanti danni ha fatto al Paese e dimostrano che la mancanza di memoria, strumentale alla ricerca del consenso, produce distorsioni della realtà».

E pensare che Rossi i suoi consensi li ha anche finiti da un pezzo.

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