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La lunga marcia di Ala Da stampella di Renzi all'esodo in Forza Italia

Già cinque i senatori verdiniani a caccia di ricandidature sicure. E il gruppo è a rischio

La lunga marcia di Ala Da stampella di Renzi all'esodo in Forza Italia

Missione terminata: Denis Verdini scioglie il movimento stampella dei governi Renzi e Gentiloni. Il gruppo parlamentare Ala (Alleanza liberal-popolare per le Autonomie) ha i giorni contati: all'indomani delle elezioni regionali in Sicilia (5 novembre) scatterà il rompete le righe per deputati e senatori. Renzi non è più a Palazzo Chigi e tra non molto, archiviato il voto sulla legge di bilancio, anche l'attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni avrà già la mente proiettata verso il voto. Verrà, dunque, meno il presupposto per cui è nato il gruppo dei verdiniani: fare da stampella agli esecutivi Pd, sempre in bilico al Senato. Eppure, Verdini ha provato a dare un'impronta politica al movimento, tentando la fallimentare esperienza alle amministrative. Incassata qualche altra mancetta nella legge finanziaria, tra i senatori di Ala partirà l'operazione ricandidatura.

All'esordio i verdiniani sognavano il partito della Nazione: ora si accontenterebbero di un posticino in lista. Operazione non semplice, perché la strada obbligata, sondaggi alla mano, appare il ritorno nel centrodestra dove, però, non mancano i veti sul ritorno dei traditori di Berlusconi. Conti alla mano, il gruppo Ala in Senato può contare su 14 senatori: 4 in più rispetto al limite minimo di 10, fissato dal regolamento di Palazzo Madama per mantenere in vita gruppo, uffici e fondi. Ad oggi, esclusa la posizione del leader Denis Verdini, sarebbero cinque i senatori che hanno già deciso di mollare Ala dopo il voto in Sicilia. Con un piede già fuori ci sarebbe Pippo Compagnone che in vista delle Regionali nell'isola sta lavorando a un accordo con il candidato del centrodestra Nello Musumeci. Grazie all'intesa elettorale siciliana, Compagnone cerca il lasciapassare per il rientro nel centrodestra, dopo una legislatura al fianco dei governi dem. Lasciapassare che per ora arriva per una ragione semplice: Berlusconi è stato esplicito nel tenere distinta la partita locale da quella nazionale. Ieri, un altro verdiniano come l'ex ministro delle Politiche agricole Saverio Romano ha formalizzato l'appoggio Musumeci. A breve dovrebbe arrivare l'annuncio dell'addio ad Ala di altri tre senatori: Eva Longo, Ciro Falanga e Pietro Langella. Tre senatori, ex Forza Italia, utili alla causa di Verdini di trasformare il gruppo parlamentare nella stampella dell'esecutivo. Il primo approccio è stato con Forza Italia, ma anche in questo caso l'eventuale rientro tra le truppe azzurre sta suscitando malumori in Campania. Antonio Milo è il quinto senatore già con le valigie pronte. Con i cinque addii, il gruppo Ala si ritroverebbe con 9 senatori. Regolamento alla mano, il presidente Pietro Grasso non potrebbe fare altro che sciogliere il gruppo o seguire l'esempio di Laura Boldrini alla Camera, concedendo una deroga per garantire fondi e benefit a un gruppo fantasma.

Da nuovi costituenti a rottamati: non è un caso che la parabola della pattuglia verdiniana si sia intrecciata con quella renziana.

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