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Il M5s crolla nei sondaggi? Per Grillo è colpa di chi li fa

Il Movimento 5 Stelle è in calo nei consensi e per Beppe Grillo la colpa non è di Luigi Di Maio, ma del "salotto dei sondaggi politici", realizzati da "agenzie private" che "pilotano l'orientamento degli intervistati" attraverso quesiti ad hoc

Il M5s crolla nei sondaggi? Per Grillo è colpa di chi li fa

Nel giro di poco più di un anno e mezzo, il Movimento 5 Stelle è passato dal 32,68% delle Politiche 2018 all'attuale 15,5%. Voti più che dimezzati. A dirlo sono tutti i sondaggi, compresa l'ultima rilevazione di Swg. Colpevole, insieme ad istituti analoghi, di cospirare contro il M5s. La teoria, quantomeno strampalata, non è sostenuta dagli attivisti grillini, sempre in prima linea quando si tratta di puntare il dito contro i poteri forti ed evocare complotti.

Ma Beppe Grillo in persona, che sul suo blog ha pubblicato un post intitolato "Il salotto dei sondaggi politici". Articolo nel quale il garante del Movimento se la prende con gli istituti di sondaggi politici, accusati di "sacrificare il rigore metodologico" costruendo un "campione che quasi mai rappresenta adeguatamente la popolazione" e "pilotando l'orientamento degli intervistati". Che, ingannati da domande capziose, non voterebbero più i 5 Stelle.

Ma andiamo con ordine. Stavolta, Beppe Grillo mette nel mirino le società che realizzano i sondaggi politici, "agenzie private che interpellano i cittadini tramite i canali telefonico, e-mail e faccia a faccia". Queste società, quantomeno alcune di esse, "scelgono di sacrificare il rigore metodologico ricorrendo soprattutto alla raccolta dati in modalità online e fanno solo confusione nel dibattito pubblico". Mentre le "risposte" degli intervistati, "molto spesso, sono incerte e talvolta influenzate dagli stessi quesiti formulati".

Grillo, riprendendo le idee il filosofo e sociologo Pierre Bourdieu, parla di un "effetto manipolatorio" legato all'idea che esista una "opinione pubblica unanime". Effetto che il garante 5s definisce "subordinato a interesse politici".

Quindi una lunga carrellata dei principali istituti di sondaggi, partendo dalla IndexWay, società fondata dai fratelli Luigi e Ambrogio Crespi che fa indagini demoscopiche per Piazza Pulita, il talk-show de La7 condotto da Corrado Formigli. Grillo fa le pulci alla Indexway, raccontando - specialità della casa - i suoi guai giudiziari e svelando quella che dovrebbe essere un clamoroso mistero legato all'istituto, ovvero il recente accordo per la cessione di una quota di maggioranza relativa del suo capitale alla Proger, il cui presidente è Chicco Testa. La colpa di Testa? Avere "un passato dirigenziale in Idea Capital Funds di DeAgostini, banca Rothschild, Enel, Acea e Legambiente". Inoltre, la IndexWay ha tra le sue attività anche "La fabbrica dei leader", che organizza organizza corsi di marketing e comunicazione per talenti condotti dai Crespi e anche dal giornalista Luca Telese.

Dalla IndexWay, racconta ancora Grillo, è uscita la sondaggista Alessandra Ghisleri, messasi in proprio nel 2003 con l'agenzia Euromedia Research che lavora anche per la tv pubblica, in particolare con Porta a Porta di Bruno Vespa. Ma la rassegna dei principali istituti di sondaggi non finisce qui e prosegue con Acqua Group (proprietari Andrea Cimenti e Davide Arduini, ex dirigenti della HdC Holding della Comunicazione dei Crespi). I soliti Crespi, il ragionamento capzioso del guru del Movimento.

E ancora: Ipsos, YouTrend, Tecnè, Ixè, Swg. Società in cui lavorano - o hanno interessi - esponenti del mondo economico e imprenditoriale. Com'è normale che sia. Tranne per Grillo, che chiude in bellezza, si fa per dire, con la solita citazione dotta, questa volta del politologo Walter Lippmann, parlando degli istituti di sondaggi come di "certe conventicole".

Una domanda sorge spontanea. Come mai Grillo attacca il lavoro di queste agenzie solo oggi e non un anno e mezzo fa, quando il M5s era al 32%?

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