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M5s prende in giro il Nord Salvini: autonomia o salta tutto

Il leader della Lega scrive ai giornali lombardi per promettere attenzione. Ma è stretto dai veti grillini

M5s prende in giro il Nord Salvini: autonomia o salta tutto

Il malumore degli industriali. Le critiche di commercianti e artigiani. Le manifestazioni pro Tav che si moltiplicano e si allargano a macchia d'olio fino al Nord-Est. La delicata partita dell'autonomia delle Regioni con il pressing dei governatori e la questione settentrionale contrapposta a quella meridionale con gli interessi dei rispettivi elettorati di riferimento sullo sfondo.

Matteo Salvini da politico attento agli umori popolari coglie il segnale di pericolo e decide di prendere carta e penna e scrivere a quattro quotidiani lombardi - La Provincia di Como, il Giornale di Brescia, La Provincia di Cremona e L'Eco di Bergamo - per rivendicare quanto fatto finora e promettere attenzione verso le autonomie locali.

È chiaro che proprio sull'autonomia in particolare di quelle Regioni che lo scorso anno si sono espresse convintamente con un referendum per ottenere maggiori competenze dallo Stato e, di conseguenza, avere più fondi da gestire in proprio, si profila la prossima grande battaglia in sede governativa. Finora su questo tema si è proceduto a colpi di stop and go. Inizialmente si pensava a una legge delega con un passaggio in Consiglio dei ministri già il 22 ottobre che, invece, non c'è stato nulla di tutto questo. Poi a un'operazione per singole regioni, con una sorta di contrattazione mirata. In ogni caso si andrà avanti con una legge ordinaria e i timori tra i governatori sono palpabili e la visita di sabato in Veneto di Luigi Di Maio non ha contribuito a dissipare le diffidenze che si respirano nel profondo Nord.

Raccontano che alcuni amministratori del Nord si siano rivolti direttamente a Matteo Salvini per chiedere rassicurazioni a fronte di indiscrezioni su una possibile accelerazione sul Veneto e di una frenata per la Lombardia. Il leader della Lega sarebbe stato tranchant: «Se non si fa è chiaro che salta il governo». Salvini già nel Nadef, la Nota di Aggiornamento al Def, aveva preteso che fosse inserito un chiaro impegno. «Una priorità è costituita dall'attuazione dell'articolo della Costituzione sull'attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario». Un affondo preteso anche per stoppare le perplessità messe in campo Stefano Buffagni, ascoltatissimo consigliere di Luigi Di Maio e sottosegretario agli Affari Regionali che aveva definito la richiesta di autonomia avanzata da Luca Zaia «molto irrealizzabile».

Come sempre passare dalle parole ai fatti mantenendo un equilibrio di bilancio - senza penalizzare le Regioni del Sud che rischierebbero di perdere fette importanti di finanziamento per asili nido e scuole - è impresa titanica. Il timore poi che Di Maio abbia voluto costruirsi semplicemente un spot elettorale esiste. Tant'è che l'accoglienza riservatagli dagli operatori economici veneti è stata più che tiepida, soprattutto quando il capo politico di M5s ha provato a spiegare che quando i disoccupati troveranno lavoro i soldi del reddito saranno usati per sgravi fiscali alle aziende.

Una promessa talmente poco credibile da suscitare un effetto boomerang e allargare il solco della diffidenza.

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