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Conte bis appeso a Rousseau: il voto del M5s tra fronde e proteste

Il M5s: "Un momento delicato per il Paese". Di Maio: "Non c'è un modo giusto per votare". Ma gli iscritti sono divisi: il governo Conte bis è appeso all'esito della consultazione

Conte bis appeso a Rousseau: il voto del M5s tra fronde e proteste

"Sei d'accordo che il M5s faccia partire un governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?". È questo il quesito a cui i 115.372 iscritti alla piattaforma Rousseau dovranno rispondere per decidere se l'inciucio giallorosso dovrà farsi o meno. Luigi Di Maio ha già fatto sapere che nel caso in cui dovessero prevalere i "no", il premier Giuseppe Conte dovrà prenderne atto. E così al Quirinale e a Palazzo Chigi non resta che aspettare le 18 per sapere cosa sarà del governo non ancora nato.

La consultazione degli iscriti al Movimento 5 Stelle è iniziata questa mattina alle 9. Come al solito, però, numerosi attivisi, tra cui anche diversi parlamentari, hanno segnalato difficoltà nell'accesso all'area voto del sistema operativo, forse a causa delle troppe visite sul sito. "Quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato per il Paese. E va affrontato mettendo al centro gli interessi e le esigenze dei cittadini, della comunità che tutti insieme formiamo", si legge sul Blog delle Stelle in un post dedicato alla votazione sul nuovo governo. "Per noi il mandato dei cittadini è una cosa seria - si legge ancora - dura cinque anni che è il tempo previsto dalla Costituzione per realizzare un programma di governo in modo strutturale e con una visione, anche culturale, di lungo periodo". Il problema è che i Cinque Stelle si stanno profodamente dividendo. Una spaccatura che travolge sia la base sia la classe politica del movimento. Tanto che in parlamento potrebbe già formarsi un gruppo cuscinetto di grillini contrari al Conte bis. D'altra parte per i militanti di lunga data, sedersi al governo con Matteo Renzi e compagni equivale a sottoscrivere un "patto col Diavolo". Non bastano nemmeno la presenza di "garanzia" di Conte, la benedizione di Beppe Grillo e tutto il refrain sul baratro economico e finanziario da evitare (aumento dell'Iva al 25% compreso) a farglielo digerire. "C'è chi dice no...", commenta Gianluigi Paragone scippando le parole a Vasco Rossi. "Se l'accordo con la Lega è stato un errore, poiché ci hanno costretti a votare leggi vergognose per poi tradirci - fa eco Davide Barillari - con il Pd non possiamo ripetere lo stesso errore".

Il fronte è spaccato. "Siamo disponibili a impegnarci al fianco del presidente Conte per mantenere le nostre promesse e tutelare gli interessi dei cittadini, a condizione che gli interlocutori con cui necessariamente occorre dialogare per portare avanti un programma per il Paese, tengano fede agli impegni assunti dinanzi agli italiani", assicura il Blog delle Stelle. A favore dell'inciucio si sono schierati Alberto Airola e Manlio Di Stefano. E c'è addirittura chi, come Primo Di Nicola, che "qualcuno" di condizionare e ricattare "propagandando il suo no preventivo a qualsiasi ipotesi di sostegno" al premier incaricato. Un vero pasticcio che il big del partito non riescono a dipanare. Mentre Di Maio lascia totale libertà di coscienza agli iscritti ("Non c'è un voto giusto o sbagliato"). Alessandro Di Battista, che è stato inserito nella lista del toto-nomi per il Conte-bis, ha preferito non schierarsi apertamente.

"Piaccia o meno questa è l'ennesima vittoria di Gianroberto", si è limitato a scrivere su Facebook.

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