Cronaca internazionale

Machete e rivolte. Le motovedette ad alto rischio

"La ilaha illa Allah", urlano i migranti subsahariani sul barchino in ferro in mezzo al mare ripetendo la professione di fede musulmana, come se fossero pronti alla morte

Machete e rivolte. Le motovedette ad alto rischio

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«La ilaha illa Allah», urlano i migranti subsahariani sul barchino in ferro in mezzo al mare ripetendo la professione di fede musulmana, come se fossero pronti alla morte. La Guardia costiera tunisina li ha intercettati verso Lampedusa, ma non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. Uno dei più esagitati si erge sulla prua del barchino brandendo un machete di un metro. «Spesso i migranti sono estremamente aggressivi. E dobbiamo fare molta attenzione per evitare che finisca male», spiega il comandante di una motovedetta comprata in Italia, che ha frequentato dei corsi all'accademia di La Spezia. Il video che ha girato da bordo non lascia dubbi (disponibile sul giornale.it). I migranti ripetono la professione di fede islamica, «non c'è altro Dio al di fuori di Allah», come i «martiri» della guerra santa. Sul barchino hanno anche una pertica per cercare di allontanare le motovedette e altri coltellacci. E gridano «non avvicinatevi». La sequenza fa impressione: il migrante in maglietta verde sbatte il machete sulla prua per intimorire i tunisini. Altri armeggiano con il bidone del carburante minacciando di utilizzarlo come un'enorme molotov. Il barchino ondeggia e quando la motovedetta si avvicina il migrante con il machete cerca di allontanarla inutilmente. Alla fine devono desistere e la Guardia costiera sequestra tutto l'armamentario.

In un altro video, girato dai tunisini in mare, una quarantina di migranti sub sahariani sono già a bordo di una motovedetta intercettati su un barchino di ferro legato alla fiancata dell'unità. I migranti non fanno la parte degli angioletti come all'arrivo al largo di Lampedusa, ma sono in piena rivolta. Urlano e insultano il personale della Guardia costiera lanciando le camere d'aria utilizzate come salvagenti di fortuna. «La Tunisia è una m., non ci bloccherete qui, lasciateci stare», sono le grida ricorrenti.

Un marinaio tunisino cerca di farli sedere a terra sul ponte per evitare che finiscano in mare, ma reagiscono in maniera estremamente aggressiva come documenta il video girato da un'altra motovedetta. Dalla plancia esce il comandante brizzolato e con una calma olimpica cerca di calmare gli animi. Un migrante fuori controllo sembra quasi volergli mettere le mani addosso.

Alcune donne sono fra le più scatenate nell'improvvisata rivolta e urlano «razzisti, razzisti» perché li riportano a terra.

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