Cronaca nera

La maestra picchia i bimbi, mamma 007 la incastra

Cuce un mini registratore sotto la maglietta del figlio e porta le prove ai carabinieri. L'insegnante è stata sospesa

La maestra picchia i bimbi, mamma 007 la incastra

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Un conto è presentarsi dai carabinieri con un sospetto. Un altro è farlo con prove, file audio, testimonianze catalogate in ordine alfabetico, fotografie. Praticamente un'indagine fatta e finita, degna della miglior serie Netflix. Protagonista: una mamma investigatrice. Scena del crimine: un asilo nido di Parete in provincia di Caserta. Presunto colpevole: la maestra.

La scorsa primavera la mamma di un bimbo di tre anni ha cominciato a capire che qualcosa non funzionava. Quei «non ci voglio andare» del bimbo, ripetuti ogni mattina e ogni sera quando si parlava della scuola, non avevano il tono del capriccio. C'era dell'altro. «La maestra ci picchia» aveva raccontato il piccolo dopo qualche domanda. Allora è cominciata l'indagine, silenziosa e meticolosa, che ha portato a svelare maltrattamenti e insulti all'ordine del giorno.

Zac, maestra incastrata (e sospesa dall'autorità giudiziaria): i carabinieri della stazione locale hanno notificato all'insegnante dell'istituto paritario l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Napoli Nord che dispone la sospensione dall'attività per dodici mesi.

La vicenda è arrivata a questo step giudiziario in pochi mesi. Risale al giugno scorso infatti la denuncia di maltrattamenti presentata dalla madre del piccolo ai carabinieri. Dopo la confessione del figlio, la donna ha aguzzato l'ingegno e ha cercato i riscontri dalle madri dei compagni di classe del bimbo, che hanno confermato che anche i loro figli venivano - secondo quanto hanno sostenuto - picchiati dall'insegnante, che li apostrofava con termini come «cattivi», o anche «scemo» o «cretino». È passato qualche giorno e la donna ha notato dei rossori sul corpo del figlio, e ha deciso così di passare ad un livello superiore di approfondimento, cucendo all'interno del vestitino usato per andare a scuola un registratore e trovare conferme definitive ai presunti maltrattamenti. I file audio avrebbero in effetti dato conferma ai sospetti; sono stati consegnati in sede di denuncia ai carabinieri, che si sono così trovati per le mani elementi di prova piuttosto solidi.

I carabinieri hanno analizzare le immagini del sistema di videosorveglianza, la cui visione ha confermato i maltrattamenti: sono emersi diversi episodi in cui l'insegnante avrebbe offeso e colpito i piccoli alunni con schiaffi al volto, calci, forti strattoni.

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