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Mai tanti sbarchi: più 43 per cento

L'aumento sui primi due mesi del 2014, già un anno record. Il cugino di Gheddafi: «Vi invaderanno»

Il cugino del colonnello Gheddafi prevede «un 11 settembre in Europa nel giro di due anni» grazie ai terroristi che si starebbero infiltrando sui barconi diretti in Italia. Non solo: i gruppi jihadisti «reclutano» i migranti che dall'Africa equatoriale arrivano in Libia per raggiungere le nostre coste «trasformandoli in soldati».

E il re di Giordania parla di «terza guerra mondiale» contro l'Isis, che in uno studio ha già previsto di scatenare «un pandemonio in Europa con l'immigrazione illegale» in partenza dalla Tripolitania verso l'Italia.

Ieri il Viminale ha reso noto i dati preoccupanti sugli sbarchi dall'inizio dell'anno. I migranti arrivati sulle nostre coste sono già 7822, il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Gli sbarchi sono fino ad oggi 69 contro i 46 dello corso anno. Numeri allarmanti tenendo conto che siamo nel periodo invernale, che registra solitamente una diminuzione degli attraversamenti dalla Libia a causa del freddo e le condizioni del mare. Lo scorso anno arrivarono 170.816 migranti, in gran parte dall'ex regno di Gheddafi.

Secondo Ahmed Gheddafi al-Dam, cugino del colonnello ed ex ufficiale dei servizi segreti libici, lo Stato islamico punta a riversare in Europa mezzo milione di disperati, come una bomba umana. Al Dam, che vive in esilio al Cairo, ha dichiarato alla stampa inglese che «ci sono molti terroristi» fra i clandestini «fra 10 e 50 ogni migliaio» di migranti. Una stima probabilmente esagerata, ma il problema esiste. Il cugino di Gheddafi è convinto che i terroristi potenziali o infiltrati sui barconi «stanno andando tutti in Europa. Nel giro di uno, due anni avrete un altro 11 settembre», ma questa volta nel vecchio continente.

L'ex ufficiale dei servizi libici sostiene che «i gruppi jihadisti reclutano (i migranti) nei campi» profughi in Libia «e li trasformano in soldati». Alle nuove leve della guerra santa danno «soldi e promettono in nome di Allah il paradiso con le vergini bianche che li attendono».

Ahmed Gheddafi è pure convinto che lo Stato islamico ha messo le mani sulle seimila barre d'uranio che il regime di Gheddafi aveva accantonato nel deserto meridionale, dopo gli accordi con la comunità internazionale. Difficile utilizzarle, ma il Califfato «proverà a venderle», spiega il cugino del Colonnello.

A metà febbraio la fondazione londinese Quilliam, contro l'estremismo, ha intercettato e tradotto un rapporto del propagandista dell'Isis, Abu Arhim al-Libi, sulle strategie in Libia. Il Paese che fu di Gheddafi «ha un lungo litorale che si affaccia sugli stati crociati del Sud Europa» scrive il seguace del Califfo. L'Italia può venir raggiunta «con facilità a bordo di rudimentali barconi. Il numero di viaggi dell'immigrazione illegale è enorme e stimato al ribasso di 500 persone al giorno». Secondo al-Libi i migranti «passano facilmente attraverso i controlli marittimi e arrivano nelle città» europee. Il piano è sfruttare questo varco per creare «un pandemonio in Europa». E se «le navi e petroliere dei crociati venissero colpite si bloccherebbero le linee marittime».

Il cugino di Gheddafi è convinto che l'Isis punti a far sbarcare in Europa almeno mezzo milione di profughi e clandestini per provocare un impatto sociale ed economico devastante. Cifre più prudenti prevedono 200mila arrivi dalla Libia nel 2015. E su ogni barcone in partenza per l'Italia le milizie, come i seguaci del Califfo, incassano un pizzo dai trafficanti di uomini di almeno il 10%.

L'allarme, più che dai timorosi governanti europei, viene lanciato a gran voce dai leader arabi come il generale-presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi, il monarca giordano oppure i curdi. Ieri, in visita a Roma, il premier del Kurdistan iracheno Nechirwan Barzani ha sottolineato che la battaglia contro l'Isis «è una guerra che affrontiamo per l'umanità». Lunedì in un'intervista alla Cnn, re Abdullah ha spiegato che è in atto «una terza guerra mondiale, che deve unire cristiani, musulmani e popoli di altre religioni per sconfiggere i terroristi».

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