Politica

Manovra di avvicinamento

Lunedì Tria a Bruxelles per provare a sedare gli animi. Mercoledì il rischio della procedura di infrazione. Salvini tira dritto

Manovra di avvicinamento

"Quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per il bene degli italiani quindi sono convinto che ci permetteranno di fare quello che è un bene per gli italiani". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini pensa positivo ed esclude il rischio che la Commissione avvii una procedura di infrazione per extra deficit contro l'Italia. A margine di Vivite, il festival del vino cooperativo a Milano, dove ieri è stato anche Luigi Di Maio, Salvini dice che non è vero che con Bruxelles sia lui a fare la "voce grossa, piuttosto faccio il punchingball spesso e volentieri. Con estrema educazione io rivendico il diritto degli italiani ad andare in pensione, lavorare, curarsi, studiare e nessuno a Bruxelles mi convincerà che i soldi spesi per questo siano soldi spesi male". E a chi gli chiedeva del ministro Paolo Savona, che avrebbe detto che la situazione è grave, Salvini ha risposto: "Non c'è niente di grave".

Intanto però, lunedì si riuniscono i ministri della zona euro, in un mini-summit allargato ai colleghi della Ue, per preparare il Consiglio di dicembre. Il "caso Italia" non è in agenda ma è probabile che i ministri ne parlino a margine dell'incontro. Un ultimo tentativo diplomatico potrebbe però farlo il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che sarà a Bruxelles per un Eurogruppo straordinario sulla riforma dell'unione monetaria. Sarà quella l'occasione per una serie di faccia a faccia con gli altri leader europei in un ultimo tentativo di dissiparne timori e perplessità ed evitare un definitivo approfondirsi delle fratture. Tra gli altri appuntamenti, lunedì arriva il nuovo Btp Italia che torna a essere quadriennale, mentre mercoledì l'Ocse diffonderà il suo "Economic outlook".

Mercoledì poi sarà un giorno cruciale per le sorti della manovra: la Commissione esprimerà un nuovo parere sul Documento programmatico di bilancio aggiornato inviato dall'Italia. I tecnici dell'esecutivo Ue stanno analizzando anche le risposte alla lettera che chiedeva spiegazioni sui "fattori rilevanti" che giustificano l'andamento del debito. La decisione sull'apertura della procedura per deficit eccessivo potrebbe arrivare già in quell'occasione, anche se la data non è ancora stata ufficializzata.

I nodi del decreto fiscale

Oltre al nodo Ue, la prossima settimana sarà decisiva per il decreto fiscale collegato alla manovra che si appresta a varcare il primo traguardo parlamentare al Senato con un esame sprint. In parallelo l'esame della legge di bilancio alla Camera entra nel vivo nel mezzo del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici italiani. Da domani prenderà il via in voto in Commissione Finanze di Palazzo Madama sui 578 emendamenti al dl fisco che dovrebbero essere scremati fino a circa 200, anche se il Pd ha annunciato che non ritirerà il suo centinaio di proposte. L'obiettivo è di chiudere l'esame per giovedì mattina per consentire l'approdo in Aula nella stessa giornata, con due giorni di ritardo sulla tabella di marcia prevista inizialmente. Tra le novità in arrivo, le possibili correzioni alla riforma delle Bcc, che dovrebbero essere frutto di riformulazioni di proposte già presentate dalla Lega che, tra l'altro, prevedono l'eliminazione, de facto, dell'obbligo di adesione delle Bcc ai gruppi unici, cardine della riforma del 2016. Sono molti ancora i nodi da sciogliere sul fronte della pace fiscale, ormai orfana della dichiarazione integrativa speciale.

Tra i correttivi che si stanno studiando anche l'estensione della sanatoria agli avvisi bonari. Si valuta la possibilità di una definizione agevolata per gli omessi versamenti, misura che consentirebbe di mettersi in regola a chi ha dichiarato ma poi non è riuscito a versare le imposte. Si punta inoltre ad allargare il perimetro delle sanatoria anche a chi ha commesso errori formali. Un emendamento in corso di valutazione politica prevede infatti la definizione delle irregolarità, delle infrazioni di obblighi o adempimenti a carattere formale commessi fino al 24 ottobre 2018 a condizione che non coincidano sul calcolo dell'imponibile per imposte dirette, Iva e Irap. Per mettersi in regola con il fisco si potrà pagare una somma di 200 euro per ogni periodo d'imposta a cui si riferisce la violazione, da versare nel 2019 e 2020. Altra questione sul tavolo quella del "saldo e stralcio". La misura annunciata non è ancora stata definita. L'ipotesi messa a punto dal sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, prevede una sanatoria delle cartelle per i soggetti in difficoltà con tre aliquote (6,10 e 25%) e un Isee fino a 30mila euro. Ma il governo potrebbe anche decidere di rinunciare all'operazione.

Novità in arrivo anche sul fronte della rottamazione, che potrebbe allargarsi oltre i ruoli e i tributi erariali, e della sanatoria delle sigarette elettroniche, che potrebbe essere accompagnata da una detassazione per le imprese del settore. Tra le modifiche attese quella contenuta in un emendamento del relatore Emiliano Fenu (M5S) che prevede l'integrazione tra le reti di Tim e di Open Fiber. E sotto il faro di Bruxelles, la manovraprosegue il suo iter alla Camera sotto il peso di oltre 3.700 emendamenti che domani dovranno passare il vaglio delle ammissibilità. Martedì si procederà a un'ulteriore scrematura con le segnalazioni dei singoli dei gruppo e da mercoledì, giorno del giudizio Ue, dovrebbe prendere il via il voto.

L'obiettivo è di concludere l'esame per consentire l'approdo nell'Aula di Montecitorio fra giovedì 29 e venerdì 30 novembre.

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