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Manovra, Moscovici ancora all'attacco: "Saranno gli italiani a pagare"

Moscovici: "Non vogliamo una crisi politica ma il deficit è troppo alto". E annuncia: "Potremmo chiedere all'Italia nuovo documento

Manovra, Moscovici ancora all'attacco: "Saranno gli italiani a pagare"

"Non mi piace l'espressione manovra del popolo, perché quando un popolo è molto indebitato alla fine sono i cittadini che pagano". In un'intervista alla radio France Inter, il commissario agli Affari economici Ue, Pierre Moscovici, torna ad attaccare frontalmente il governo gialloverde e a bocciare la manovra economica perché, a suo dire, rischia di affossare la crescita e rilanciare il debito. "Quando si è in una fase di crescita elevata, si pratica una politica di rilancio (dell'economia), si ha il 130% di debito e la produttività langue - spiega - il rischio è che non si dopi la crescita in particolare perchè ci sono pochi investimenti in questa politica di rilancio, ma che la si affossi e si rilanci il debito". Secondo il commissario europeo, a pagare il debito saranno "le generazioni future e sono gli italiani che pagano". "Ecco perché - chiosa - un bilancio che aumenta il debito non è una manovra buona per il popolo, perchè sono sempre i più vulnerabili che pagano alla fine".

Nell'intervista a France Inter Moscovici assicura che la Commissione europea non vuole una crisi politica tra i vertici di Bruxelles e il governo italiano. "Il posto dell'Italia è al cuore della zona euro, non all'esterno", mette in chiaro prima che la lettera di risposta del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, arrivi in Unione europea. "Quello che conterà è lo spirito della risposta del governo italiano - mette in chiaro - in particolare se si iscrive o no nello spirito comune e nelle regole europee". Quindi spiega che, dopo essere stato in visita a Roma per porre alcune domande a Tria, spiega di averne altre in serbo, in particolar modo sul deficit strutturale, il debito e le previsioni di crescita. "Il deficit strutturale è troppo elevato - insiste il commissario europeo - perché uno scarto di circa 1,5 punti non è mai accaduto da quando abbiamo il Patto di Stabilità e Crescita".

Ad ogni modo Moscovici dice di mal sopportare l'espressione "bocciare". "Le parole contano - continua nell'intervista - il massimo che possiamo fare, è una possibilità e ne dibatteremo, è di chiedere all'Italia di risottomettere un altro documento di bilancio che tenga conto delle osservazioni, delle questioni e delle regole europee". Quindi ci tiene a sottolineare che la richiesta di un nuovo documento programmatico di bilancio "sarebbe una prima volta". "Non dico quando decideremo", mette però le mani avanti annunciando, però, che il dossier sarà discusso domani al collegio dei commissari.

"Non è la fine della storia - conclude - poi c'è un dialogo tra noi che può durare fino a tre settimane alla fine del quale entriamo in un altra fase".

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