Interni

Manovra, priorità a lavoro e natalità

Allo studio aiuti alle famiglie numerose e alle aziende che assumono le mamme

Manovra, priorità a lavoro e natalità

Ascolta ora: "Manovra, priorità a lavoro e natalità"

Manovra, priorità a lavoro e natalità

00:00 / 00:00
100 %

Incentivare la natalità. «È la sfida più importante»: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano traccia le priorità del governo in vista della prossima manovra economica. D'altronde, come ha ricordato Giorgetti, con la denatalità che ha il nostro Paese nessuna riforma delle pensioni può reggere nel medio e lungo periodo. Per questo, l'esecutivo è a caccia di risorse per dare una mano alle famiglie numerose, a partire da quelle con tre figli.

«La priorità la vogliamo dare alle famiglie numerose e visto che i nuclei con tre figli non sono molto rilevanti penso si possano trovare risorse adeguate», ha spiegato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. Che poi ha annunciato che si stanno valutando misure come il quoziente familiare e sgravi alle aziende che assumono mamme.

Per il leader della Lega Matteo Salvini stipendi e taglio del cuneo sono le priorità. «Per me al centro c'è il lavoro che vuol dire stipendi, vuol dire confermare il taglio delle tasse, vuol dire chiedere che le banche diano una parte dei loro guadagni multimiliardari per aumentare stipendi e pensioni è un dovere sociale. Certo abbiamo di fronte quattro anni: non possiamo fare tutto e subito ma nell'arco di quattro anni quello che ci siamo proposti dovrà essere portato a termine», ha affermato il leader leghista.

«Nell'ottica di una legge di bilancio tutt'altro che semplice, occorre riprendere in mano gli impegni per il taglio alla spesa improduttiva e superflua, che si annida soprattutto nei sistemi statali e para e in tutto quel sottobosco creato in passato. Da lì si possono ricavare risorse importanti per altri interventi, purché concreti e mirati», ha detto Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e componente VIII commissione ambiente. Un altro focus importante resta la riforma fiscale su cui il governo ha intenzione di mettere il piede sull'acceleratore. L'obiettivo è quello di avere un quadro chiaro per capire quali misure possano entrare subito e cosa invece dovrà aspettare. Sicuramente gli interventi che non necessitano di coperture, dai procedimenti agli adempimenti e i versamenti, «potranno entrare in vigore già nel 2024», ha spiegato ancora Leo, mentre per altri, come i tributi, Irpef compresa, bisognerà verificare le risorse con la Nadef. Per passare da 4 a 3 aliquote servono almeno 4 miliardi.

L'importanza del nodo del fisco è fondamentale per il governo. Lo ha ricordato lo stesso Leo secondo cui il fisco «deve essere amico e collaborativo con coloro che adempiono correttamente i loro obblighi tributari e osservano tutte le regole, al tempo stesso dobbiamo essere inflessibili nei confronti di coloro che violano le regole tributarie». Sul rapporto tra fisco e cittadini i numeri sono impietosi e grondano sangue. Negli anni le cronache sono state invase di casi di imprenditori, artigiani e semplici cittadini che si sono tolti la vita a seguito di problemi col fisco.

Per l'Osservatorio della Link Campus University, dal 2012 al 2019 sono stati in totale 988 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche e 717 il numero dei tentati suicidi. La metà di questi riguarda imprenditori e l'altra metà disoccupati con il Nord-Est che occupa la cima di questa triste classifica.

Il fisco killer spesso non conosce flessibilità e riversa la sua implacabile e algida ferocia sui piccoli imprenditori. E non tutti reggono il peso, molti si sentono strozzati o peggio ancora privati della propria dignità. E così decidono di farla finita. Nella solitudine. Decidere di abdicare alla vita, per vergogna, soli con se stessi.

Perché la morte di un cittadino è anche un fallimento dello Stato.

Commenti