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La manovra rompicapo si gonfia a 20 miliardi Padoan è sotto assedio

Contratti pubblici e pensioni pesano molto Sponda di Confindustria su lavoro e imprese

La manovra rompicapo si gonfia a 20 miliardi Padoan è sotto assedio

Roma L'imperativo dell'estate per il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, è portare pazienza. Quelle che sono le priorità definite sulla carta per la legge di Bilancio 2018 (clausole di salvaguardia, taglio del cuneo per i giovani, povertà e investimenti) hanno un costo che molto probabilmente comporterà lo sforamento degli obiettivi minimalisti che il tesoro si era prefissato, cioè contenere le spese a una quindicina di miliardi. Le prime simulazioni già fanno capire che ne saranno necessari una ventina per tenere fede ai propositi, scontentando coloro che si aspettano di più.

Se si considera, ad esempio, il rinnovo dei contratti pubblici, le indiscrezioni fanno emergere una disponibilità di 2 miliardi per l'anno prossimo (ma 1,2 miliardi erano già stanziati dalla precedente legge di Bilancio) che si sommerebbero a poco più di un miliardo di vecchie disponibilità, comunque insufficienti a coprire il costo stimato di 5 miliardi.

Ci sono poi le misure necessarie: il taglio del cuneo (contributi al 15% anziché al 33% per tre anni) per i neoassunti a tempo indeterminato under 30 (ma l'Europa vorrebbe estenderlo agli «under 35») costa almeno 2 miliardi, mentre per il reddito di inclusione che consentirebbe a Renzi di scavalcare a sinistra i grillini in campagna elettorale ne occorrono oltre 1,5 miliardi. C'è poi il blocco degli aumenti Iva che, flessibilità inclusa, costa 7 miliardi anziché 15,5, mentre per l'iperammortamento anch'esso impone una spesa ben superiore al miliardo. Considerate pure le spese indifferibili (3 miliardi circa), si viaggia già verso i 17 miliardi.

In un simile contesto parlare di blocco dell'aumento dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019 è improponibile perché gli 1,2 miliardi di costo annuo iniziale stimato non si mantengono costanti ma si incrementano. Ecco perché, reddito di inclusione a parte, il governo rischia di scoprirsi sul fronte della sinistra (Mdp non voterà la manovra quasi sicuramente), ma soprattutto rischia di restare scoperto sul fronte del finanziamento di queste misure.

Un «appoggio» a Padoan, però, ieri è giunto dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha sollecitato «impegno e sacrificio per investire sul futuro» invitando le forze politiche a sostenere lo sforzo. Gli industriali (ieri il Sole lo ha fatto capire bene) sono pronti a sostenere il governo Gentiloni con la loro moral suasion se dovesse scontentare pensionati e pubblici dipendenti.

Per quanto riguarda le coperture, oltre all'utilizzo degli introiti della rottamazione delle cartelle (altri 2 miliardi dovrebbero giungere lnel 2018, salvo proroghe), il grosso verrà dal taglio ai bonus fiscali e dalla lotta all'evasione come l'obbligo di Pos per i commercianti fa presagire.

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