Politica

La marcia del centrodestra per tornare presto al voto

Berlusconi, Meloni e Salvini fanno appello agli elettori tracciando il programma («vincente») della coalizione

La marcia del centrodestra per tornare presto al voto

A mezza bocca ieri sera c'era chi azzardava una speranza: «Ci vorrebbero le elezioni amministrative tutti i mesi». Nel centrodestra sono molti coloro che pensano che una coalizione forte e compatta possa trasferire le sue armi (e i suoi bagagli) dal piano territoriale a quello nazionale. E cambiare così radicalmente le sorti politiche di questo Paese. Anche i leader, nel fare campagna elettorale, esprimono apertamente questo augurio. A iniziare da Giorgia Meloni che ancora ieri si mostrava ottimista di un risultato che è il frutto di una compattezza di fronte. Con un tweet la leader di Fratelli d'Italia esortava al voto: «Bastano cinque minuti per sostenere i nostri candidati e per scegliere chi vuole più sicurezza, sostegno alle famiglie e sviluppo economica per le nostre città». E dietro quei cinque minuti c'è una grossa ipoteca su un futuro ben più roseo.

Agli osservatori di cose politiche non è sfuggito poi il dettaglio della tempistica dei messaggi di Berlusconi e Salvini. I leader di Forza Italia e Lega hanno licenziato i comunicati sui ballottaggi praticamente contemporaneamente. Stessi temi, candidati comuni un po' dovunque, e stessi slogan. Segno che la coalizione, osserva Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori azzurri, è compatta ed efficace perché si ritrova su temi, proposte e nomi. E per marcare le differenze non prende a riferimento la «posticcia» coalizione gialloverde che si è insediata da oltre un anno a Palazzo Chigi, ma fa addirittura riferimento a quanto accade all'interno del maggior partito di centrosinistra: quel Pd dilaniato da veti incrociati e da coltelli piantati nella schiena dei nemici interni, «Nicola Zingaretti critica Matteo Renzi. Quest'ultimo risponde e, già che c'è, se la prende con Enrico Letta, che ricambia l'ex segretario invitandolo a cambiare mestiere - ricorda la Ronzulli - Bastano 12 ore di dibattito pubblico per comprendere che il Partito democratico, da solo o alleato con il resto della sinistra, è così ostaggio di correnti e personalismi da non rappresentare un progetto di governo credibile per le città e per il Paese. Ecco perché anche in questa tornata elettorale il centrodestra unito è in grado di conquistare nuove città e, nel giro di poco tempo, tornerà al governo del Paese».

E i tempi potrebbero essere brevi. Già a fine settembre si dovrebbe tornare al voto. Ed è per questo che anche la tempistica del congresso, annunciato durante l'ultimo Comitato di presidenza tenutosi a Roma, potrebbe essere oggetto di un ripensamento.

Le elezioni anticipate finirebbero inevitabilmente per modificare la road map di Giovanni Toti. Il presidente della Liguria ha in mente di sondare gli azzurri delusi nel corso della convention organizzata per il prossimo 6 luglio nella capitale. Evento stigmatizzato dalla maggioranza dei dirigenti di Forza Italia e di personalità del centrodestra perché, dicono, il rischio di frammentare il partito è troppo alto. Tra questi anche Stefano Parisi che pur condividendo alcune delle perplessità di Toti sulla tenuta di un partito troppo irrigidito nella sua posizione all'interno della coalizione con Lega e Fratelli d'Italia, respinge l'idea di dar vita a un nuovo soggetto politico. «Ha ragione Berlusconi - spiega nel corso di un'intervista al Corriere della Sera - quando dice che le scissioni non hanno mai portato fortuna.

Oltretutto per dar vita a un soggetto sulla stessa linea di Fi: essere la forza complementare a Salvini con l'obiettivo di sostituire i 5 Stelle al governo».

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