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"Mare Nostrum non c'è più". Ma ci costa 3 milioni al mese

Alfano: "Non capisco perché non si dica che ora ci sono le navi europee". Peccato che i mezzi di Triton abbiano salvato solo 1.600 profughi su 8mila

"Mare Nostrum non c'è più". Ma ci costa 3 milioni al mese

«Mare Nostrum non c'è più» sottolinea ad ogni intervista il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sostituito dalla missione europea Triton, ma in realtà sono ancora le nostre navi a recuperare una bella fetta dei clandestini in mare. Dal primo novembre abbiamo soccorso circa 3.000 persone in gran parte partite dalla Libia. Navi mercantili, le motovedette italiane, maltesi e la mini flotta Ue altri 5mila, ma solo le navi di Triton appena 1.600.

L'ultimo comunicato del primo dicembre annunciava che sono arrivati a Pozzallo «97 migranti salvati dalla Guardia Costiera». Dal gommone, che rischiava di affondare a 42 miglia a nord di Tripoli, hanno telefonato con un satellitare per lanciare l'Sos.

La missione Mare Nostrum si è conclusa formalmente il 31 ottobre. Ed è intervenuta l'Europa con poche e in maggioranza piccole navi, in un'operazione coordinata da Frontex. Meglio che niente, ma Gil Arias Fernandez, responsabile dell'agenzia, ha ribadito più volte «che la Ue non si sostituisce agli Stati membri (l'Italia), ma garantisce solo appoggio». Alfano invece cantava vittoria in un recente intervento su Repubblica tv : «Mi dispiace molto che si parli ancora di Mare nostrum e non si dica, invece, che con Triton abbiamo ottenuto un risultato importantissimo in Europa: e cioè che l'Unione europea mettesse personale, mezzi, elicotteri nel Mediterraneo». In tutto i famosi mezzi europei sono 25 in diversi turni e solo in emergenza la missione si estende oltre le 30 miglia da Lampedusa. E per di più «dei due pattugliatori più grandi uno è portoghese e l'altro italiano - spiega una fonte della Difesa - Molti dei mezzi navali più piccoli sono della Guardia di Finanza o della Capitaneria di Porto».

In pratica il grosso del lavoro in mare continuiamo a farlo noi. Il 18 novembre i 600 migranti a bordo di un mercantile in avaria, vengono avvistati da un elicottero della Marina militare. Il pattugliatore Vega, che fa parte dello schieramento Triton, li soccorre portandoli tutti ad Augusta.

Il 17 novembre era toccato al pattugliatore portoghese Viana do Castelo salvare 204 migranti, ma sono stati subito trasferiti sulla nostra nave anfibia San Giorgio. Il comunicato nr.208 della Marina aggiunge che il San Giorgio «ha imbarcato anche i migranti soccorsi dai pattugliatori Sirio, Libra e Orione con il concorso delle motovedette 319, 309 e 290 delle Capitanerie di Porto per un totale di 864 tra uomini e donne». Nelle stesse ore il pattugliatore Borsini ha soccorso un gommone con 102 persone e l'Orione con la Corvetta Driade sono riusciti a salvare altri 387 migranti.

Il ministro dell'Interno con Repubblica tv ha pure sostenuto che «Mare nostrum è costata 114 milioni in un anno. Triton, invece, non costerà nulla all'Italia, perché sarà pagata dall'Europa». L'Italia, però, continua a mantenere un terzo della flotta sul fronte dell'immigrazione spendendo 3,5 milioni di euro ogni mese.

I nodi verranno definitivamente al pettine il primo gennaio, quando scade questa specie di «prolungamento» di Mare Nostrum previsto fino a al 31 dicembre in appoggio a Triton. Poi l'Europa, che schiera diversi mezzi navali italiani, dovrebbe arrangiarsi da sola «perché non c'è più la copertura economica - spiega una fonte autorevole - Anche se continueremo a vigilare sul Mediterraneo e non abbandoneremo gente in mare». Il rischio è che l'operazione di Frontex sia un palliativo nei confronti dell'impegno italiano. «Triton fa comodo, ma non è la missione ottimale - ammette la fonte della Difesa - Bisogna risolvere il problema a monte con un intervento in Libia.

Fino a poco tempo fa c'era qualche clan che speculava, ma adesso si rischia che il business del traffico di uomini finisca nelle mani dei terroristi finanziando chi sventola la bandiera nera del Califfato alle porte di casa nostra».

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