Politica

Marino fa come Schettino: lancia l'allarme e poi scappa

Il sindaco proclama l'allerta meteo, invita i romani a non uscire di casa ma vola a Milano per l'assemblea Anci lasciando la città nel caos. L'opposizione insorge: "Fuga sconcertante"

Marino fa come Schettino: lancia l'allarme e poi scappa

Piove su Roma, ma non sul suo sindaco. Dopo aver lanciato l'allarme meteo sulla Capitale, con conseguente codice rosso, chiusura delle scuole - delegata al prefetto - e dei cimiteri e invito ai romani a «rimanere a casa», Ignazio Marino ha pensato bene di levare le tende, forse ispirato dallo Schettino-style.

In barba al suo stesso consiglio il primo cittadino di Roma è uscito di casa, ha lasciato il Campidoglio, la città Eterna e i suoi cittadini al loro umido destino e se n'è volato a Milano, per partecipare all'assemblea annuale dell'Anci. Ieri in programma c'era la rielezione a presidente di Fassino, passata con percentuali più che bulgare (un voto contrario e un astenuto su oltre 700 delegati), ma evidentemente Marino - che pure è tra i relatori solo in una tavola rotonda in programma stamattina - più che restare in città a gestire l'emergenza, ha ritenuto essenziale fin da ieri la sua presenza all'happening dei sindaci. Il dettaglio ha fatto sì che alla bomba d'acqua caduta nel primo pomeriggio sulla capitale si unisse una pioggia di polemiche, nonostante l'annuncio del primo cittadino, che ha fatto sapere di essere «pronto a rientrare se la situazione dovesse farsi critica», continuando a seguire a distanza l'evoluzione dell'emergenza maltempo, e snocciolando tweet e status Facebook sulla «situazione sotto controllo» come se fosse lì in prima linea, ombrello in una mano e smartphone nell'altra.

La strategia social del «telesindaco» però non ha convinto affatto l'opposizione. Tra i più critici il suo predecessore, Gianni Alemanno, che già mercoledì aveva sottolineato come la chiusura delle scuole ordinata dalla prefettura rendeva «evidente» che «il senso di responsabilità del prefetto supplisce la totale assenza e inadeguatezza del sindaco». Ieri, dopo la «fuitina» milanese, l'ex sindaco ha rincarato la dose per la «sconcertante fuga» di Marino, che «se ne va sempre da Roma nei momenti più delicati».

Raggiunto dai venti di bufera al MiCo, Marino ha replicato alle polemiche: «A Roma è stato fatto un grande lavoro di squadra e oggi io sono qui perché nella Capitale non c'è un solo uomo al comando, ma una grande squadra che ha lavorato intensamente giorno e notte». Per poi aggiungere che la sua trasferta milanese sarebbe giustificata dalla partecipazione a un'assemblea sui fondi per il rischio idrogeologico. Assemblea che però non risulta dal programma dell'Anci, ricorda ancora Alemanno, che attacca: «Immagino che dopo questa mia dichiarazione il sindaco dirà di aver partecipato a qualche riunione informale su questi temi, ma mi pare sconcertante che un sindaco non solo abbandoni la propria città ma si inventi alibi inesistenti». La controreplica del sindaco arriva «conto terzi» da un manipolo di presidenti di municipio Pd, che scaricano la responsabilità dei danni da maltempo alla «malagestione» di Alemanno, come se gli ultimi 17 mesi fossero passati invano. E così si affida al sarcasmo la parlamentare di Forza Italia Annagrazia Calabria: «Marino ha finalmente ammesso che la sua presenza in città è superflua».

L'ultima gaffe di Ignazio non c'entra con la pioggia, ma con l'ombra dei privilegi di casta. Il senatore Ncd Andrea Augello ha presentato un'interrogazione ad Alfano rivelando che Marino con la sua Panda rossa avrebbe beccato otto contravvenzioni entrando in Ztl col permesso scaduto. E le multe in questione non sarebbero state pagate dal sindaco, ma sospese d'ufficio. A Roma tutti a piedi e sotto la pioggia.

Tranne uno.

Commenti