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Mattarella celebra il 25 aprile: "È sempre tempo di Resistenza"

Il capo dello Stato a Varallo per il 25 aprile: "La parola libertà scritta col sacrificio del sangue". E dice sì al referendum sulle grandi riforme

Mattarella celebra il 25 aprile: "È sempre tempo di Resistenza"

"È sempre tempo di Resistenza. È tempo di Resistenza perché guerre e violenze crudeli si manifestano ai confini d'Europa, in Mediterraneo, in Medio Oriente". Dopo aver deposto una corona d'alloro all'Altare della Patria, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella va a Varallo per le celebrazioni della Festa della Liberazione. "E, ovunque sia tempo di martirio, di tirannia, di tragedie umanitarie che accompagnano i conflitti - ha detto - lì vanno affermati i valori della Resistenza". Per il capo dello Stato, infatti, non esiste una condizione di "non guerra". "O si promuove la pace e la collaborazione o si prepara lo scontro futuro", ha spiegato lodando la "lungimirante scelta di quegli statisti che, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, ricostruirono l'Europa nell'integrazione politica ed economica". "I patimenti sofferti - ha continuato - hanno fatto sì che l'Italia (e con lei altri Paesi europei), scegliesse la strada del ripudio della guerra".

Per Mattarella, l 25 aprile è "motivo di festa per la rifondata identità italiana ed europea, per fare memoria della insurrezione generale proclamata dal Comitato nazionale di Liberazione Alta Italia, che portò a scacciare il nemico dalle principali città del Nord". Per le celebrazioni del 71° anniversario della Liberazione il capo dello Stato ha deciso di andare a Varallo Sesia. Arrivato in paese ha effettuato una sosta al Muro dei fucilati del cimitero per rendere omaggio ai partigiani caduti, per poi recarsi al Teatro Civico per la cerimonia ufficiale. "La libertà è nata qui, su queste montagne, con la prima 'zona libera', anello di quelle Repubbliche partigiane che hanno segnato la volontà di riscatto del popolo italiano - ha ricordato - vere e proprie radici della scelta che il voto del 2 giugno 1946 avrebbe sancito". E da Varallo ha lanciato un appello a tutti i leader occidentali affinché lottino per allargare il "sentiero della concordia". "Non ci può essere pace soltanto per alcuni e miseria, fame, guerre, per altri - ha spiegato - queste travolgerebbero anche la pace di chi pensa di averla conseguita per sempre". "Settant'anni di pace ci sono stati consegnati dai nostri padri - ha, poi, continuato - a noi spetta il compito di continuare, di allargare il sentiero della concordia dentro l'Unione europea e ovunque l'Europa può far sentire la sua voce e sviluppare la sua iniziativa".

Durante la celebrazione al Teatro Civico di Varallo Sesia, Mattarella ha sostenuto il referendum sulle grandi riforme. "Ricordiamo, in questo 2016, i settanta anni dal referendum istituzionale in cui gli italiani e le italiane (queste ultime per la prima volta al voto) - ha detto il capo dello Stato - vennero chiamati a decidere tra monarchia e repubblica". Per il presidente della Repubblica, il referendum è "un filo che segna il legame tra la Resistenza, il nuovo carattere dell'Italia democratica e l'ordinamento repubblicano". E ha ricordato: "È nel percorso, arduo ed esigente, che va dall'8 settembre 1943 alla Liberazione che troviamo le ragioni della ripresa d'Italia".

"Il 2 giugno 1946 divenne così la conclusione di un percorso e, allo stesso tempo, un punto di partenza - ha poi concluso - punto di partenza, per lo sviluppo di quel confronto che avrebbe poi portato, un anno e mezzo dopo, alla Costituzione, con i suoi valori personalisti e solidaristici - ha spiegato - conclusione di un percorso, legato alla idea mazziniana, nel Risorgimento (e condivisa da Gioberti), di un patto nazionale dettato da una Costituente, essenziale per la nuova Italia unita".

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