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Mattarella clonato in tv l'ultima frontiera del fake

Il presidente manipolato in versione satira da «Striscia». Ai giornalisti: «Casta di cialtroni»

Mattarella clonato in tv l'ultima frontiera del fake

Ci ha spaventato un'altra volta con il suo falso Sergio Mattarella che in video ha detto: «Malfattori. Ai ceppi! Casta di cialtroni». Ma questa volta non era più vero del vero così come lo era stato Matteo Renzi che, a «Striscia la Notizia», spernacchiava Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti e poi Luigi Di Maio: «Di Maio? Tié». E insomma tutti sapevano che Antonio Ricci, diabolico e pur geniale, ci avrebbe riprovato e avrebbe riproposto un altro un deepfake, un video perfettamente manipolato attraverso la tecnica che permette di sintetizzare la voce e riproporla ma senza filtri. Un esperimento sofisticatissimo, già praticato negli Usa, ma angosciante come lo era quello di Cuore di Cane di Bulgakov.

E infatti è vero che Renzi, in prima battuta, si è complimentato con Ricci, ma dopo ha compreso il pericolo della menzogna che sul web diventa subito verità. Certo è vero che Ricci ha sussurrato, ha ammiccato, ha lasciato intendere, già in occasione del video di Renzi, che le immagini avrebbero stupito tutti e «suscitato polemiche» e però la bravura dell'attore quanti ha tratto in errore e fatto pensare al Renzi davvero mai visto?

Ieri sera c'era la grande attesa non appena diffusa la nota di «Striscia» che annunciava la presenza di Mattarella nientemeno che per «intervenire sulla manipolazione spesso operata dagli organi di informazione». La paura era tanta che perfino il Quirinale, appresa l'anticipazione, ha confermato l'ovvio, ma di questi tempi non si sa mai, ovvero: «Non è previsto alcun intervento del presidente né registrato né in diretta. Si tratterà, ha spiegato il consigliere per la stampa del capo dello Stato, di una nuova puntata satirica del programma di Canale 5 su cui dal Colle non hanno nulla da eccepire». Si era quindi impazienti quando Ezio Greggio è entrato in scena per prepararci a «servizi clamorosi» e si è collegato con un Adriano Celentano che sembrava, questo sì chiaramente falso, e che non necessitava di punto interrogativo che Ricci, però, ha voluto inserire in basso. Mattarella, ed era già tardi, è apparso con tanto di inno, ma il suo volto ballava e si capiva che era incollato su quello di un altro. Ricci si è tuttavia preso gioco e gli ha fatto dire: «Sono indignato. Sono da anni che si manipolano le notizie come hanno fatto quei gaglioffi del Tg1». A quel punto è partito un servizio commentato da Greggio per dimostrare che nel 2001 il tg della Rai aveva fatto sembrare piena la sala vuota di Francesco Rutelli. Ma poi riprendeva un Mattarella con il tono, questo sì suo, cadenzato, che rimprovera l'informazione («Se ne infischiano. Chi doveva vigilare era connivente») per arrivare a: «Sono per la libertà di stampa, ma di stamparli tutti in galera». E poi: «Wanna Marchi al confronto sembra essere una santa. Sono per i paletti ma so dove metterli».

È finita con Mattarella che spediva una pernacchia a Renzi e con l'elogio della libera informazione che non significa però avvicinarsi al falso e farlo passare per vero.

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