Politica

Mattarella detta la linea su legge elettorale e voto: "Basta rissosità e slogan"

Il capo dello Stato auspica la ripresa del dialogo sulle regole: "La politica può intervenire"

Mattarella detta la linea su legge elettorale e voto: "Basta rissosità e slogan"

Mattarella con il Ventaglio bacchetta una politica rissosa e inconcludente. La tradizionale cerimonia di consegna del Ventaglio da parte del presidente dell'Associazione stampa parlamentare Sergio Amici, diventa per il capo dello Stato un'occasione per stilare il suo personale cahier de doléances contro politici e partiti molto occupati ad azzuffarsi e poco dediti a varare leggi che facciano davvero gli interessi dei cittadini. Un'agenda che comprende la legge elettorale; le elezioni e il rischio astensionismo; la crisi economica e la Finanziaria, la condanna della violenza sulle donne e il sostegno per le vittime del terremoto. Il primo cruccio di Mattarella è il buco nell'acqua sulla riforma della legge elettorale. Non è mai troppo tardi però. Per il Quirinale, non tutto è perduto e forse c'è ancora il tempo per portare a casa almeno norme omogenee tra Camera e Senato prima di andare alle urne. «Mi rammarico per il dissolversi della prospettiva delle larghe intese sulle regole che devono essere comuni», dice Mattarella, osservando che nell'attuale legge elettorale permangono «tutt'ora disomogeneità e lacune» ma la politica avrebbe ancora «la possibilità di intervenire».

Mattarella punta alla scadenza naturale della legislatura e dunque ad un appuntamento con le urne entro la prossima primavera. Il tempo per riformare la legge entro febbraio ci sarebbe. Se il Parlamento non arriverà a una scelta condivisa si dovrà andare a votare con i due sistemi diversi attualmente in vigore.

Grande preoccupazione anche per la disaffezione dei cittadini che disertano sempre più numerosi le urne. «Manca un semestre alla scadenza naturale della legislatura, si avvicinano le elezioni, come momento fondamentale a cui guardare con serenità», prosegue Mattarella che auspica «un impegno per la più ampia partecipazione degli elettori al voto». L'astensionismo ha un responsabile e il capo dello Stato lo indica con chiarezza, chiedendo che si mettano da parte «rissosità o slogan» e «la politica non si esaurisca in propaganda» ma si confronti sulla base di «programmi e proposte seriamente approfondite».

E poi la ripresa economica che è ancora ai primi vagiti e va accompagnata «per farla consolidare e per recuperare le ferite sociali che la crisi ha inferto al nostro Paese». Sarà decisiva la prossima Finanziaria. «La manovra d'autunno - avverte il presidente della Repubblica - costituisce un passaggio fondamentale per trovare appieno la fiducia dei mercati. Una condizione di crescita consente di guardare con serenità agli appuntamenti di fronte».

Bene per il Quirinale la messa in sicurezza del sistema bancario. «Naturalmente ogni scelta è discussa - dice Mattarella - ma io sono consapevole di quello che sarebbe accaduto all'economia se fossero fallite o se chiudesse la più antica banca del mondo o le due banche nella regione più produttiva».

Mattarella difende poi la libertà di stampa perché «la sua proprietà di analisi, è il termometro della democrazia del nostro e degli altri paesi».

In questa estate rovente funestata da terremoti, siccità e incendi il Colle non poteva tralasciare il tema delle calamità e di chi vuole sfruttare anche sulle sciagure: «Basta sentire chi ride perché può speculare sul terremoto o chi si occupa delle reti idriche e non pensa alla dispersione».

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