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Tutti i dubbi sul Mes? Li ha sollevati un dem

L’economista Giampaolo Galli in audizione alla Commissione Bilancio della Camera ha messo nero su bianco i punti critici della riforma del Mes

Tutti i dubbi sul Mes? Li ha sollevati un dem

A scoprire le carte sul Mes, il meccanismo di stabilità europeo conosciuto anche come fondo “salva-Stati”, facendo presenti alcuni punti “critici” non sono stati i deputati della Lega o quelli di Fratelli d’Italia ma l'economista Giampaolo Galli, oggi vicedirettore dell'Osservatorio conti pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano e fino al maggio 2018 deputato del Pd.

A sottolinearlo è il Tempo che ricorda come Galli, lo scorso 6 novembre, è stato sentito in audizione alla Commissione Bilancio della Camera. Nel corso dell’incontro l’economista "ha messo nero su bianco i punti critici della riforma del Meccanismo europeo di stabilità".

Tra questi vi sono "la ristrutturazione del debito pubblico” che “potrebbe diventare una precondizione, pressoché automatica, per avere accesso alle risorse del Mes". Un punto non da poco, poi rilanciato dalla Lega in questi giorni infuocati. Ma vi sarebbe anche un altro elemento importante. Come si legge nella memoria depositata in Commissione, "le clausole di azione collettiva rischiano di facilitare eccessivamente la ristrutturazione del debito". Ciò potrebbe significare che i buoni del tesoro in possesso degli italiani, se mai l'Italia avesse bisogno del Mes, non avrebbero quasi più valore.

Il professor Galli intervenuto alla trasmissione Omnibus su La7 ha dichiarato che con il nuovo trattato Mes per l'Italia non sarà più possibile attuare politiche debito. Per questo, in futuro sarà necessario attuare scelte “prudenti per non attivare il controllo del debito pubblico italiano".

A criticare il Mes, entrato in vigore nel luglio del 2012 con lo scopo di mantenere la stabilità finanziaria della zona euro, non sono più solo Lega e Fdi. Anche il M5s, che fa parte della maggioranza che sostiene il governo Conte, ha iniziato a criticare il fondo “salva-Stati”.

"Giuseppe Conte ha detto ieri che tutti i ministri sapevano di questo fondo. Sapevamo che il Mes era arrivato ad un punto della sua riforma, ma sapevamo anche che era all'interno di un pacchetto, che prevede anche la riforma dell'unione bancaria e l'assicurazione sui deposito. Per il M5S, queste tre cose vanno insieme e non si può firmare solo una cosa alla volta". È uno spezzone del lungo post pubblicato su Facebook dal capo politico pentastellato Luigi Di Maio.

Quest’ultimo ha anche scritto che "Il Movimento 5 Stelle continua ad essere ago della bilancia. Decideremo noi come e se dovrà passare questa riforma del Mes, che è una cosa seria e su cui gli italiani debbono essere informati accuratamente". La critica nei confronti del Mes è condivisa anche da Alessandro Di Battista che, sempre sul social, ha ripreso il messaggio del ministro degli Esteri commentando in modo netto: “Così non conviene all'Italia. Punto".

Impegni seri o parole vuote? Fonti vicine all'Eurogruppo non lasciano molti spazi e fanno sapere che sulla riforma del Meccanismo europeo di Stabilità “è meglio chiudere adesso.

L'intesa sul nuovo trattato è dello scorso giugno: restano da discutere alcune questioni subordinate”.

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