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Vertice fiume a Palazzo Chigi. Sul Mes deciderà il Parlamento

Oltre due ore di summit. Italia Viva assente: sono affari tra Pd e M5s. La tensione resta altissima. Domani Conte alla Camera

Vertice fiume a Palazzo Chigi. Sul Mes deciderà il Parlamento

Un vertice fiume di oltre due ore sul Mes a Palazzo Chigi. Con Giuseppe Conte hanno partecipato i ministri Roberto Gualtieri (Economia), Stefano Patuanelli (Mise) e i capi delegazione Luigi Di Maio (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (LeU). Assente Italia Viva. "Il presidente di Italia Viva Rosato ha spiegato al presidente Conte che, visto che il nuovo litigio della maggioranza è sul Mes e noi siamo i pacificatori, che non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedessero tra loro", ha dichiarato Matteo Renzi, intervistato a Non é l'Arena su La7.

"In vista della prossima riunione dell'Eurogruppo del 4 dicembre 2019 il governo affronterà il negoziato riguardante l'Unione Economica e Monetaria (completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della road map sull'unione bancaria) seguendo una logica di 'pacchettò". Così fonti di palazzo Chigi. Ogni decisione - aggiungono le stesse fonti - diventerà in ogni caso definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l'11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo. Tutto questo - si conclude - in linea con i punti 12) e 13) della risoluzione del Parlamento approvata il 12 giugno 2019.

"Il Parlamento è sovrano ed è un bene che si sia deciso di non dare nessuna luce verde fino a quando il Parlamento non ne discuterà", si apprende da fonti M5s in riferimento alla discussione sul Mes nel vertice a palazzo Chigi. "È il Parlamento che parla per primo. Per noi noi tante cose nell'Unione Economica e Monetaria vanno e riviste", viene sottolineato.

Intanto le divisioni nella maggioranza rimangono e le opposizioni non mollano: il governo non deve firmare il salva Stati. La tensione sul Mes - il Meccanismo di stabilità europeo - è ancora oltre i livelli di guardia, con un vertice fiume a Chigi alla vigilia del momento più atteso: l'informativa di Giuseppe Conte domani alla Camera e al Senato. "In Parlamento inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette, ne ho ascoltate tante, io come sempre mi confronterò con il Parlamento", spiega il premier. Neanche a tarda serata trapela nulla sul discorso, che farà chiarezza su un trattato che sarà affrontato mercoledì all'Eurogruppo. Di certo il Pd al momento punta a difenderlo, mentre il M5S sceglie la strada del silenzio domenicale, dopo aver ribadito più volte come "servano diverse modifiche". "Cosa mi aspetto da Conte sul Mes? La verità. Il nuovo Mes sarebbe un danno enorme per l'Italia e gli italiani", attacca Matteo Salvini, pronto in Senato ad affrontare il suo ex premier cercando di sfaldare la maggioranza di governo.

Sul Mes "mi auguro che il M5S non cambi idea per salvare qualche poltrona visto che l'hanno sempre pensata come noi", ribadisce il leader leghista, con la leader di Fdi Giorgia Meloni che attacca: "Se Di Maio ha un minimo di dignità che gli rimane in corpo non dovrebbe fare proclami ma ha i numeri in aula per far cadere il Governo, è lui a decidere. Di Maio basta proclami, una volta tanto prendi una decisione seria". "Noi non possiamo pensare di firmare al buio. Quando avremo letto tutto potremo valutare se convenga all'Italia, è sano non accelerare in maniera incauta e aspettare la fine dei negoziati su vari aspetti", é invece la linea ufficiale del capo politico del M5S, che non vede di buon occhio neanche l'exit strategy di un pacchetto Europeo che contenga Mes e norme sull'Unione bancaria. E il Pd? Dal Nazareno traspare sicuramente preoccupazione per la situazione, anche se una figura di spicco come il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni prova a rassicurare: "L'Italia non rischia nulla". Non sono in pochi però a temere che il Mes possa diventare un ostacolo arduo per il percorso governativo, tanto che uno dei padri nobili del partito come Pierluigi Castagnetti chiosa: "È oggettivamente sempre più difficile continuare a governare in questo modo, dove i 5S rimettono in discussione ogni cosa ogni giorno, pensando solo a un molto ipotetico vantaggio elettorale e disinteressandosi dell'interesse e della credibilità del paese. Caliamo il sipario?".

Una posizione sovrapponibile a quella di un pentastellato anti-Pd come Gianluigi Paragone, che si augura la "fine del governo". Nel vertice serale a a Palazzo Chigi si confrontano per ore Conte, Gualtieri, Dario Franceschini, Di Maio e Roberto Speranza, mentre marca visita Italia Viva, ufficialmente perché il capo delegazione Teresa Bellanova non é presente a Roma. In realtà il segnale é quello di tirarsi fuori da un tema che non vede coinvolto il partito di Renzi, ma solo i due azionisti di maggioranza dell'esecutivo. "Il presidente di Italia Viva Rosato ha spiegato al presidente Conte, visto che il nuovo litigio della maggioranza è sul Mes e noi siamo i pacificatori, che non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedessero tra loro", ha spiegato lo stesso Renzi ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7. "Gli italiani - ha concluso - sono stanchi di questi vertici ogni tre giorni, vogliono risposte.

Sembrano delle serie come Beatiful".

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