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Mettersi le dita nel naso? Ora è diventato un antistress

Quando i segreti del corpo sono comici. Non è vero che l'alcol fa (sempre) male. Il cuore? Meglio uno di due

Mettersi le dita nel naso? Ora è diventato un antistress

U no pensa: se invece di un cuore ne avessimo due, almeno il rischio di infarto si ridurrebbe. Sbagliato. Aumenterebbe.

E come la mettiamo con chi si mette le dita nel naso? Uno schifo, verrebbe da pensare. E invece pulirsi il naso con le mani è un ottimo antistress.

Riabilitati anche i superalcolici. Altro che pericolosissimi per la salute. Il whisky ci protegge addirittura dai microbi.

Occhio (anzi, orecchio) poi a suonare il clacson troppo forte: oltre che di rimanere in coda, rischiamo anche di rimanere sordi.

Fino a ieri eravamo convinti che le nostre impronte digitali fossero immutabili nel tempo. Errore. Nel corso degli anni anche esse mutano (se pur di poco).

Sono solo alcune delle scoperte scientifically incorrect che la rivista New Scientist si è divertita a raccogliere in una seguitissima rubrica che ha ispirato anche il libro di How Long in Now appena uscito in Gran Bretagna. Una serie di bizzarrie legate alla salute che il mensile Focus ha selezionato - sviluppandole ulteriormente - in una documentata inchiesta pubblicata sul numero in edicola.

La frase che apre il servizio è «programmatica»: «Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul corpo umano ma non avete mai osato chiedere». Nulla di pesante, per carità. Bensì una forma di approccio al tempo stesso divulgativa-rigorosa-divertente.

Ogni capitoletto è introdotto da una domanda, con relativa risposta argomentata.

1)Perché abbiamo un solo cuore e non più di uno?

Se avessimo più di un cuore essi «dovrebbero battere tutti in modo coordinato e un tale circuito sarebbe quindi più complesso di uno con una singola pompa».

Morale: meglio avere un solo cuore che funziona bene, piuttosto che due (o più) cuori che potrebbero farti venire un coccolone.

2) L'alcol che beviamo può proteggerci dai microbi?

«Sembra proprio di sì. Alcuni studi mostrano che, se accompagniamo una pietanza con qualche bicchiere, saremo più protetti dall'intossicazione alimentare». A sostenerlo non è l'Associazione Italiana Bar, ma una ricerca pubblicata sulla rivista Epidemiology.

Morale: chi beve birra (ma pure vino, whisky e similari) campa cent'anni.

3)Le nostre impronte digitali restano davvero sempre uguali?

«Le impronte lasciate da creste e solchi presenti sui polpastrelli possono cambiare, seppur leggermente». Gli studiosi dell'Università di Berkeley tengono comunque a sottolineare che «nonostante queste minime variazioni, le impronte rimangono uniche e non c'è rischio di essere confusi con altri».

Morale: se quando in Questura vi prendono le impronte digitali, non sperate di farla franca.

4)Pulirsi il naso con le dita è poco educato, ma almeno serve?

«In uno studio condotto da James Jefferson e Trent Thompson (University of Wisconsin Medical School, Usa), il 91% dei soggetti esaminati ha ammesso di mettersi normalmente le dita nel naso. Forse perché, semplicemente, è una manipolazione del corpo che serve a scaricare lo stress».

Morale: scavate, scavate, qualcosa resterà...

5)Come mai certi rumori forti ci sembrano quasi dolorosi?

Attenti a far suonare forte il clacson o a fermarsi troppo (raccomandazione che vale soprattutto per i pensionati) davanti a un cantiere dove siano in funzione troppi martelli pneumatici. «La maggior parte dei casi di perdita dell'udito è dovuta al rumore eccessivo che danneggia le speciali cellule ciliate che si trovano nella parte interna dell'orecchio».

Morale: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire (o di chi sente con un volume troppo alto).

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