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Migranti, asse Renzi-Merkel: "L'Austria è fuori dalla storia"

La cancelliera a Palazzo Chigi. Convergenza sui migranti ma non sugli eurobond. Renzi: "Incoraggiare l'accordo con la Turchia". E la Merkel: "No nazionalismi, il trattato di Schengen va difeso"

Migranti, asse Renzi-Merkel: "L'Austria è fuori dalla storia"

Si salda l'asse tra Matteo Renzi e Angela Merkel. I due leader, che si sono visti oggi a Roma, fanno fronte comune per difendere le politiche di accoglienza e la difesa del trattato di Schengen. Un asse che, però, non li trova d'accordo anche sugli eurobond per finanziare il "Migration compact". Così, se da una parte premono l'acceleratore sugli accordi con la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan, dall'altra attaccano a testa bassa il governo di Vienna che, per difendersi dall'invasione, sta valutando la possibilità di chiudere la frontiera al Brennero. "La visione austriaca sull'immigrazione - tuona il premier italiano - è contro la logica e contro la storia".

Ravioli, branzino con asparagi e patate, frutti di bosco. È il menù scelto per dare il benvenuto a Palazzo Chigi alla cancelliera tedesca. Al centro della colazione di lavoro c'è l'emergenza immigrazione. Al termine del bilaterale Renzi ci tiene subito a sottolineare che con la Merkel si è registrata "una forte convergenza sulla neccessità di avere un approccio all'immigrazione carico di valori umani e dignità" per "offrire una proposta politica che sia seria, credibile e di lungo periodo". La proposta politica passa attraverso l'accordo con la Turchia che, oltre a far finire svariati miliardi nelle casse di Erdogan, abolisce l'obbligo del visto per entrare in Europa. "Questo accordo - dice Renzi - va incoraggiato". Mentre, a suo dire, vanno scoraggiate le misure prese dalle singole nazioni. Sia Renzi sia la Merkel puntano il dito contro l'Austria che da settimane ha deciso di non affidarsi più a tecnici di Bruxelles per risolvere l'emergenza. "Quelle austriache sono posizioni sbagliate e anacronistiche non giustificate da nessuna emergenza - tuona il premier - l'emergenza non c'è, soprattutto perché il Brennero è molto più di un confine, è un simbolo".

Di soluzioni, durante la colazione di lavoro a Palazzo Chigi, non si è parlato granché. Anzi. Renzi ha addirittura negato che sia in corso una vera e propria emergenza umanitaria. Non la avverte al Brennero né tantomento nel Mediterraneo. Pur ammettendo che "occorre una strategia per l'Africa come c'è stata per la rotta Balcanica", nega che in Libia si possa parlare di emergenza immigrazione. "L'Europa deve dimostrare che è una forza valida nel mondo", gli fa eco la Merkel invitando tutti i leader europei a difendere il trattato di Schengen. "Altrimenti - dice - si rischia di ricadere nei nazionalismi". Per il capo dell'ultradestra austriaca, Heinz-Christian Strache, queste posizioni altro non fanno che trasformare Renzi e la Merkel in "scafisti di Stato". Una posizione più volte condivisa anche da Matteo Salvini. "Chi ha visto i bambini morti nelle stive delle navi nel Mediterraneo, chi ha visto partorire sulle navi della Guardia Costiera italiana - è la replica del premier italiano - sa che sentirsi dare degli scafisti è una frase vergognosa".

Peccato che le politiche di accoglienza e libera circolazione prese sin qui da Bruxelles non ha certo evitato altre morti nelle stive delle navi.

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