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Migranti, Berlusconi: "Politica estera non può ridursi ad esibizione muscolare"

Silvio Berlusconi rigetta le accuse della Francia: "Gravissime responsabilità nell'aver determinato la tragedia libica". E su Visegrad: "Ingenuo pensare che possano essere nostri alleati"

Migranti, Berlusconi: "Politica estera non può ridursi ad esibizione muscolare"

"Se può essere giusto battere i pugni sul tavolo, anche a difesa della dignità nazionale, la politica estera del nostro Paese non può ridursi ad un'esibizione muscolare". Silvio Berlusconi parla del governo, del Consigloio Ue appena concluso e delle scelte future dell'Europa e dell'Italia sul tema migratorio. E lo fa in una lunga lettera inviata al Corriere in cui spiega perché sulla questione immigrazione "davvero si gioca il destino dell' Europa".

"In questi giorni - scrive il leader di Forza Italia - o comunque nelle prossime settimane, capiremo se vi sia ancora una speranza per la nostra idea di Europa, oppure se l'Europa degli egoismi nazionali, delle burocrazie ottuse, delle regole scritte nell'interesse di pochi abbia definitivamente prevalso. In questo caso, temo che la costruzione europea non abbia un futuro". A far tornare l'Ue sulle rotaie del progetto originario, dice il Cav, deve essere "la capacità dell'Europa di dare una risposta unita e solidale a un dramma epocale come le migrazioni", ed è questa capacità che "definirà l'avvenire del sogno europeo". "Le migrazioni - aggiunge - sono una questione europea per eccellenza, perché nessun migrante dalle coste libiche si imbarca su un canotto per raggiungere Lampedusa, o fermarsi in Sicilia, o nel sud Italia: la loro meta è il cuore dell' Europa".

Berlusconi, ricordando che "l'ultimo governo italiano ad affrontare questo problema in modo adeguato fu il nostro, che riuscì praticamente ad azzerare gli sbarchi tramite accordi con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo", addebita la situazione di oggi "nella quale almeno 500.000 irregolari stazionano senza prospettive nel nostro Paese", alla "debolezza della posizione italiana, negli anni dei governi della sinistra". E riconosce che "il nostro Paese non è più disposto ad essere il ventre molle d' Europa, e a doversi far carico da solo dell' emergenza migratoria, in nome di una retorica dell'accoglienza tanto astratta quanto pericolosa". "Una retorica - spiega il leader di Fi - che ha rimosso la parte più difficile dello sforzo di salvataggio: ovvero quella sulla terra ferma, la gestione e la integrazione di un flusso incontrollato di persone di varie etnie, una retorica che ha fatto finta che bastasse salvare la vita di tanti disperati per essere in pace con le nostre coscienze, scaricando sulle comunità e sui territori il costo sociale di tale faciloneria".

Ecco perché Forza Italia sarà "sempre pronta in Parlamento ad appoggiare quelle decisioni volte a chiedere e ottenere che l'Europa sia finalmente solidale". E è corretto, per Berlusconi, "respingere al mittente con forza gli inaccettabili giudizi sulla nostra Patria, a maggior ragione se espressi da nazioni come la Francia, che ha gravissime responsabilità nell' aver determinato la tragedia libica, e quindi il riesplodere dell' emergenza immigrazione". Ma, ammonisce il Cav, "se può essere giusto battere i pugni sul tavolo, anche a difesa della dignità nazionale, la politica estera del nostro Paese non può ridursi ad un' esibizione muscolare che non saremmo neppure in grado di sostenere".

Il motivo? "Senza l' Europa, o contro l' Europa - spiega il Cavaliere - i problemi si aggravano, non si risolvono. I nostri governi, posso dirlo per esperienza diretta, hanno ottenuto buoni risultati in Europa soprattutto quando hanno saputo convincere, coalizzare, costruire alleanze". Poi un messaggio a chi guarda a Orban e Visegrad come alleati in Ue: "Non tutti coloro che sembrano difendere i nostri stessi principi sono in realtà nostri alleati. Sarebbe ingenuo - dice Berlusconi - per esempio pensare che possano esserlo, su questo tema, i paesi del gruppo di Visegrad, o la Csu tedesca, che hanno per obbiettivo non la difesa delle frontiere europee, ma quella delle loro frontiere nazionali. Questo significherebbe rimandare i migranti, nella maggior parte dei casi, proprio in Italia".

"Ci aspettiamo - conclude il leader di Forza Italia - che le classi dirigenti europee si dimostrino lungimiranti e che il governo italiano sappia sollecitarne il senso di responsabilità con grande dignità e senza inutili contrapposizioni". E poi si augura che "il Governo sia davvero in grado di tutelare le nostre ragioni e i nostri legittimi interessi.

Sono le ragioni e gli interessi di un' Italia che non può fare a meno dell' Europa, e di un Europa che non può fare a meno dell' Italia".

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