Politica

Migranti, l'accordo di Malta è una bufala Vale solo 6 mesi (e salta se ne arrivano troppi)

L'intesa può essere revocata in corso d'opera. E non è stata ancora approvata

La bufala di Malta lentamente prende forma. A tre giorni dal fatidico lunedì in cui il ministro Luciana Lamorgese sembrava la novella fata turchina capace di far accettare a Francia e Germania persino la redistribuzione dei migranti irregolari l'incantesimo sta già svanendo. Da Bruxelles, Parigi e Berlino fonti dell'Unione Europea, e dei rispettivi governi, fanno a gara nel ricordare che l'intesa per ora è stata discussa, ma non approvata. E che qualora lo fosse, nel Consiglio Affari Interni Ue dell'8 ottobre in Lussemburgo, l'Italia dovrà accontentarsi di un accordo temporaneo revocabile dopo i primi sei mesi. Ma neanche quei sei mesi sono garantiti. Come specificato per volere di Francia e Germania le intese di Malta potranno venir riviste già nel primo semestre qualora «il numero dei ricollocati dovesse aumentare in modo sostanziale». In quel caso «gli Stati che partecipano si riuniranno per consultazioni» e «durante le consultazioni il meccanismo potrà essere sospeso».

Dipende, insomma, da quanta gente arriva. Se per Parigi e Berlino sarà troppa l'Italia dovrà tornare ad arrangiarsi. Fantasiosa appare anche l'illusione, tanto cara al governo giallorosso, di qualche Stato europeo pronto a garantire «porti sicuri» alternativi a quelli italiani o maltesi. L'evenienza - stando al testo dell'intesa - sarà proposta solo «su base volontaria» e solo in caso di «uno sproporzionato aumento della pressione migratoria in uno degli Stati partecipanti, calcolato in relazione ai limiti delle capacità di accoglienza, o ad un alto numero di richieste per la protezione internazionale». Insomma altra fuffa. Anche la durata semestrale dell'intesa fa capire quanto squisitamente politico, ma inconsistente dal punto di vista sostanziale sia il regalo concessoci. Politicamente il periodo coincide con i quattro mesi, politicamente torridi, da qui al 26 gennaio durante i quali il governo tanto caro a Bruxelles dovrà fronteggiare una durissima e assolutamente incerta campagna elettorale in Umbria ed Emilia Romagna. Una campagna che si giocherà sul tema dell'immigrazione e in cui il numero degli sbarchi influenzerà inevitabilmente le scelte degli elettori. Ma i sei mesi coincidono anche con i freddi mesi invernali durante i quali le partenze dalle coste libiche diventano difficili. Quanto basta per far sperare a Francia e Germania di non doversi accollare troppi migranti.

In Spagna e Grecia, dove quest'anno sono stati accolti rispettivamente 19mila e 39mila migranti, contro i 7mila e 43 arrivati a ieri in Italia, monta invece il fastidio per il favore garantito al governo giallorosso. E si fa strada la tentazione di richiedere uguale comprensione. Una pretesa che rischia inevitabilmente di far saltare il banco ancor prima della ratifica dell'8 ottobre visto che a quel punto il numero di irregolari da spartire diventerebbe ingestibile sia per Parigi che Berlino.

Anche le disposizioni dell'accordo di Malta con cui s'impone alle Ong di non spegnere il trasponder, di non creare nuovi fattori di attrazione e di non facilitare i rendez-vous con gli scafisti tramite segnali luminosi, indicano, al contrario di quanto fa credere il governo, la perversa e intrinseca debolezza dell'intesa. Un'intesa che parifica le navi delle Ong alle navi di soccorso militari e ne fa lo strumento per scardinare ogni differenza tra migranti regolari e irregolari.

Annullando anche l'ultima sottile linea rossa capace di porre un limite all'accoglienza indiscriminata e ingestibile.

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