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Migranti, l'Ue accusa l'Italia: "Colpa di Roma se non si fa redistribuzione"

Un documento del Parlamento Europeo mette sotto accusa la burocrazia italiana nella gestione dei migranti. Il piano di redistribuzione fermo al palo

Migranti, l'Ue accusa l'Italia: "Colpa di Roma se non si fa redistribuzione"

L'accusa è scritta nero su bianco in una relazione del Parlamento Europeo redatto dagli esperti di Bruxelles. Tecnici che hanno messo sotto analisi il piano di redistribuzione dei migranti firmato in pompa magna dai capi di Stato dell'Ue. Che qualcosa non abbia funzionato era noto a tutti. Ma i politici si erano rinfacciati la responsabilità, dando la colpa ora a questo, ora a quel problema.

In realtà, secondo quanto scritto nel documento rivelato dalla Stampa, in Italia si registra una "impreparazione diffusa" nella gestione dei flussi migratori nel Belpaese. Impreparazione che porta a "incertezze tra i richiedenti asilo", che come prima parola nel nostro idioma imparano la parola "aspetta". Già, perché le lungaggini burocratiche sono memorabili. Manca "corrdinamento" tra Ue e Italia, che si traduce in una "duplicazione dei controlli, alcuni dei quali inutili" e un conseguente allungamento dei tempi (e spreco di denaro).

Poi c'è la questione territoriale. I migranti di solito approdano al Sud, poi vengono portati al Nord o al Centro nell'accoglienza diffusa e infine vengono riportati a Roma quando devono essere imbarcati negli aerei della redistribuzione. Uno spreco di soldi e tempo del tutto inutile, basterebbe organizzarsi meglio. "Il fatto che i richiedenti asilo siano sparsi lungo il Paese - scrivono i tecnici di Bruxelles - rende i controlli sanitari più difficili e ritarda i processi di trasferimento". Non solo. Le autorità italiane, si legge, "non forniscono la lista completa delle informazioni" che servirebbero ai Paesi che devono ospitare i migranti per poter accettare la redistribuzione. Inoltre spesso l'Italia fa fatica a conoscere la nazionalità dei richiedenti asilo che spesso lasciano il Belpaese "senza aver accesso alle procedure per effettuare una domanda di asilo". Altri invece preferiscono lasciare i centri di accoglienza, provocando "movimenti migratori secondari".

Non sempre la colpa ricade però sull'Italia. Anche Bruxelles ha le sue falle nel sistema. I migranti che possono entrare nel piano di redistribuzione, infatti, possono essere soltanto di quelle nazionalità la cui accettazione delle domande di asilo superi il 75%. Peccato che in Italia e in Gracia arrivino soprattutto nigeriani e pakistani, e che questi gruppi etnici nel 90% dei casi non ottengono il permesso di soggiorno. Cosa accade, dunque? Che per colpa dei cavilli di Bruxelles, l'Italia ha attualmente una platea di "trasferibili" di appena 3.500 persone (la grecioa 14mila). E pensare che l'obiettivo da raggiungere entro settembre sarebbe quello di 34.953 migranti per l'Italia e 63.

302 per la Grecia.

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