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Migranti, Open Arms è attraccata a Messina: a bordo 118 migranti

Sull'imbarcazione della ong spagnola, due donne incinte e tre famiglie con bambini molto piccoli. Assistiti subito dal personale sanitario, hanno tutti in comune esperienze di violenza in Libia

Migranti, Open Arms è attraccata a Messina: a bordo 118 migranti

È attraccata in queste ore, poco dopo le 16.30, al porto di Messina, la nave umanitaria Open Arms. Al momento dell'arrivo sulle coste italiane, a bordo dell'imbarcazione, erano presenti 118 migranti. Al momento dell'approdo, al molo Norimberga, è stata allestita subito la macchina dell'accoglienza, allestita fin dal primo pomeriggio e coordinata dalla prefettura di Messina, con i medici dell'Asp, volontari, Croce rossa e forze dell'ordine per ricevere le persone salvata in mare negli ultimi giorni.

Chi era sulla nave

Secondo le prime informazioni, tra i migranti soccorsi nelle ultime ore, ci sarebbero tre famiglie con bambini e due donne in gravidanza. Tra loro anche neonati di qualche mese e bimbi di pochi anni. Le persone soccorse sono risultate provate e spossate dai giorni di navigazione, dopo essere stati aiutati dalla nave dell'organizzazione non governativa spagnola nel Mediterraneo al largo della Libia. Nella giornata di ieri, infatti, il Viminale aveva dato il via libera per l'approdo sulle coste italiane.

L'accoglienza

Le prime informazioni parlano di un trasferimento in programma nel centro di prima accoglienza dell'ex caserma Gasparo a Bisconte, nel Messinese per l'identificazione in attesa di un'altra destinazione. I migranti salvati sarebbero infreddoliti, senza scarpe, né giacche per ripararsi dal freddo. Alcuni, appena arrivati, avrebbero addirittura baciato il suo italiano. Anabel Montes, capo missione di Open Arms, di loro ha detto: "Come sempre sono fuggiti per diverse ragioni, la fame, la guerra, per tentare di trovare una vita migliore. Sono diverse storie, ma tutte hanno un punto in comune: la violenza brutale in Libia".

Il riferimento alla Libia

Già nella giornata di ieri, su Twitter, il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps, aveva condannato gli accordi con La Libia.

E nelle ore precedenti all'attracco, sempre sul profilo ufficiale di Open Arms era comparso un altro riferimento al Paese da dove partono i migranti: "Finalmente raggiungeranno un luogo sicuro. Abbiamo ascoltato le loro tragiche storie di vita mentre l'Europa colpevole finanzia milizie armate e condanna persone vulnerabili a rimanere in un paese in guerra".

L'appello dei giorni scorsi

Soltanto qualche giorno fa, Camps aveva lanciato un appello per ottenere fondi che sarebbero dovuti servire o per l'acquisto di una nuova imbarcazione, oppure per ristrutturare la nave già in mare, con a bordo i migranti. Il fondatore aveva parlato di problemi strutturali che avrebbero potuto mettere a rischio le missioni di salvataggio in mare: "Operiamo con un rimorchiatore del 1974, che così com'è non può affrontare operazioni di soccorso nel Mediterraneo. I guasti sono continui e dobbiamo fare riparazioni provvisorie, perché quelle strutturali sono costosissime". Poi, nei dettagli, aveva elencato i pezzi necessari alla nave.

La richiesta di aiuti

Successivamente, la ong aveva fatto una richiesta precisa, chiedendo dei fondi per mettere in sicurezza nave e migranti: "Ci danno premi e riconoscimenti, ma con le medaglie non si pagano le fatture.

Faccio un appello alla società civile, se 200 persone donassero 10 euro ciascuno, avremmo raggiunto l'obiettivo".

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