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Milano è capitale del mondo (e che Dio ce la mandi buona)

Nutrire il Pianeta, energia per la vita. Et voilà, la tavola planetaria è apparecchiata. L'attesa è finita. Dopo scandali, ritardi e scontri Bocelli inaugura l'Expo con uno spettacolo mozzafiato. Ma la sfida comincia ora

Milano è capitale del mondo (e che Dio ce la mandi buona)

Milano - Nutrire il Pianeta, energia per la vita. Et voilà, la tavola planetaria è apparecchiata. Dopo 109 anni, quando in eredità lasciò il parco Sempione e il meraviglioso Acquario civico, oggi l'Expo ritorna a Milano. Cancelli aperti alle 10 (per tutti, basta il biglietto) nel milione di metri quadrati di Rho-Pero dove a mezzogiorno arrivano il premier Matteo Renzi e le Frecce tricolori. Papa Francesco si collegherà in diretta. Ma alle 18 in punto, a suonare a festa sarà il campanone del Duomo a cui faranno eco le chiese dell'intera diocesi. Sulle Terrazze della Cattedrale la Banda dell'Esercito e musica fino a sera, mentre alle 20 su il sipario della Scala che rimarrà ininterrottamente alzato fino al 31 ottobre. Bacchetta in pugno al maestro Riccardo Chailly al suo debutto come direttore musicale, per una Turandot (diretta Rai5 ) che porterà il belcanto e Giacomo Puccini in tutto il mondo.

Ma la vera inaugurazione sotto la Madonnina c'è già stata ieri sera con il grande concerto delle superstar Andrea Bocelli ( ambassador extraordinary dell'evento), Lang Lang che ha suonato anche un pianoforte interamente realizzato in marmo di Carrara e trecento musicisti e coristi della Scala. Spettacolo in mondovisione presentato da Paolo Bonolis e Antonella Clerici. «Questo concerto - dice arrivando il sindaco Giuliano Pisapia - mette Milano al centro del mondo». In piazza un'enorme pomo verde alto otto metri, interamente ricoperto da zolle di vera erba e il segno di un gigantesco morso ricucito con grossi punti di acciaio. È «Il Terzo Paradiso. La mela reintegrata», dono per Expo del maestro dell'Arte povera Michelangelo Pistoletto.

Sono in molti a sfilare sul red carpet (senza carpet ) allestito sotto le architetture littorie dell'Arengario, ma non c'è l'annunciato premier Matteo Renzi che dicono essere rimasto in albergo dopo l'inaugurazione vip del Silos di Giorgio Armani. C'è, invece, la moglie Agnese con la figlia Ester accolta dai rappresentanti della razza padrona di stirpe renziana, il ministro Maurizio Martina e Debora Serracchiani (dopo l'Italicum «il Pd è più maturo»). Arriva presto con il marito Gianmarco e tutta in rosso Letizia Moratti, l'unica che questa Expo avrebbe potuto pensarla e vincerla. Battendo la turca Smirne, ma soprattutto lo scetticismo di tanta sinistra nostrana che oggi salta in sella. «Sarà un grande evento, Milano è sempre all'altezza», dice. Chiude le polemiche sui ritardi nei lavori il commissario Expo Giuseppe Sala, «dopo il concerto passerò un'altra notte in cantiere, ma siamo alle pulizie». Poi l'omaggio a Bocelli («è stato con noi fin dall'inizio, gratuitamente»). Guarda già al futuro il presidente del Coni Giovanni Malagò che pensa a un'Olimpiade in Italia e «anche per questo è fondamentale che Expo vada bene». Per Marcello Lippi «Expo sarà l'occasione per mostrare al mondo l'eccellenza italiana». Ci sono Antonio Cabrini, gli chef Andrea Berton, Gianfranco Vissani e Davide Oldani, il presidente di Confindistria Giorgio Squinzi. L'apertura è con il preludio dell' Attila di Giuseppe Verdi e poi Bocelli e Libiamo nè lieti calici . In città i maxi schermi con le immagini dei padiglioni e l'Albero della vita, il totem multimediale di legno e acciaio alto 37 metri voluto da Marco Balich sulla Lake Arena.

Il simbolo dell'Italia all'Expo.

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