Cronaca locale

A Milano la maxi rissa Casapound-centri sociali

A Milano la maxi rissa Casapound-centri sociali

Metti un gruppo di destra targato CasaPound a fianco a un gruppo di sinistra targato centro sociale «Nessuno è illegale» (un nome che è tutto un programma) e lo scontro sarà inevitabile. E infatti ieri davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, se le sono date di santa ragione. Per dividere le due fazioni è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine che hanno dovuto faticare non poco per ripristinare l'ordine.

Gli esponenti di CasaPound, una quindicina, avevano appena fatto irruzione in Consiglio comunale per portare in aula la loro protesta contro il sindaco, Beppe Sala, all'urlo di «Dimissioni, dimissioni». Sono entrati nello spazio riservato al pubblico dove hanno lanciato volantini per chiedere al primo cittadino di lasciare, dopo il suo coinvolgimento nella inchiesta sugli appalti Expo. Mentre in Consiglio andava in scena la protesta dell'estrema destra, in piazza della Scala alcune decine di esponenti di «Nessuno è illegale», manifestavano a favore dell'accoglienza ai migranti.

La polizia stava controllando la situazione. Una delegazione dei centri sociali è entrata nel Palazzo per essere ricevuta da alcuni consiglieri, ma si è incrociata con gli esponenti di CasaPound che stavano lasciando il Comune. Tra di loro sono partiti subito spintoni e solo l'intervento dei vigili ha scongiurato la rissa. Gli esponenti di «Nessuno è illegale» sono quindi tornati in piazza mentre i militanti di CasaPound sono rimasti dentro Palazzo Marino. La polizia in tenuta anti sommossa che presidiava l'ingresso del Comune è intervenuta con i manganelli per dividere i due gruppi. Erano quasi le otto di sera quando la situazione in piazza della Scala e in piazza San Fedele, è tornata alla normalità. Fino al prossimo scontro. Il meno cruento possibile.

Almeno si spera.

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