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La minaccia di Woodcock: "Una vacanza in galera?"

Udienza al Csm che «processa» il pm di Napoli per le pressioni nell'interrogatorio a Vannoni

La minaccia di Woodcock: "Una vacanza in galera?"

Il primo giorno del pm Henry John Woodcock davanti al tribunale delle toghe che lo sta processando per l'inchiesta Consip, si conclude con un contropiede che finisce per mostrare ancora meglio, al Csm, i metodi da Torquemada del magistrato napoletano.

Era cominciata bene per Woodcock e la collega Celestina Carrano, con la richiesta della sezione disciplinare al sostituto Pg della Cassazione, Mario Fresa, di precisare ed integrare parte delle accuse contro i due pm. Questione, quella della genericità dei capi d'accusa, sollevata in apertura di udienza dall'ex pg di Torino, Marcello Maddalena, e dal procuratore capo di La Spezia, Antonio Patrono, difensori delle due toghe. Ma dopo una pausa per integrare le accuse, il sostituto Pg è tornato all'attacco rincarando la dose e gettando ombre ulteriori sulle modalità con cui venne condotto l'interrogatorio dell'ex consigliere economico di Palazzo Chigi e presidente di Publiacqua a Firenze, Filippo Vannoni, che Woodcock sentì come persona informata sui fatti e non come indagato, nonostante fosse stato indicato anche lui dall'ex ad di Consip, Luigi Marroni, come una delle fonti - insieme al ministro dello Sport Luca Lotti, al comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e al generale Emanuele Saltalamacchia, invece ritualmente indagati per rivelazione di segreto di ufficio - che gli parlò di un'inchiesta in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Vannoni, amico dell'ex premier Renzi, venne invece sentito senza le garanzie di legge ed è per questo che Woodcock e la Carrano vengono processati. Ma ieri sono saltati fuori altri particolari di quell'interrogatorio nel nuovo capo di incolpazione. Il sostituto Pg della Cassazione ha specificato che all'inizio dell'audizione di Vannoni, il magistrato napoletano lo «ha invitato a guardare dalla finestra il carcere di Poggioreale, chiedendogli se vi volesse fare una vacanza». Poi Woodcock ha fatto falsamente credere al presidente di Publiacqua di essere stato intercettato mostrandogli dei fili che gli disse essere microspie. In questo modo, secondo la Procura generale, «la persona informata sui fatti si è sentita sconvolta, frastornata e scioccata». L'accusa ritiene anche che i due abbiano «consentito agli ufficiali di polizia giudiziaria di rivolgere, in maniera confusa e contemporaneamente, una molteplicità di domande invitando Vannoni a confessare». Immediata la replica dei difensori dei due pm: «Vannoni non è affidabile né attendibile».

A Wooodckock viene contestato anche il contenuto di un'intervista concessa a Repubblica sempre su Consip, questo nonostante il procuratore facente funzionai di Napoli avesse chiesto il massimo riserbo sull'indagine, sopratutto dopo le frizioni che c'erano state con i pm romani.

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