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Mogadiscio: 231 vittime per i due camion bomba C'è la firma degli islamisti

Luigi Guelpa

Ci sono gli estremisti di Al Shaabab dietro al massacro perpetrato sabato a Mogadiscio e che ha provocato la morte di almeno 240 persone e il ferimento di altre 350. I miliziani somali hanno deciso di alzare il tiro proprio nel momento in cui l'Isis perde pezzi e si appresta alla resa di Raqqa e i Boko Haram sono stati circondati dall'esercito della Nigeria nel nord del Paese. In ballo c'è la futura leadership del terrorismo di matrice jihadista e Al Shaabab tenta di ottenere la guida del sedicente Califfato islamico nel caso di cattura o morte di Al Baghdadi.

La strage di Mogadiscio è avvenuta attorno alle 15 (le 14 in Italia): due camion-bomba sono esplosi nel quartiere centrale di Hamar Jabjab (conosciuto anche come K5), davanti al Safari Hotel e a pochi passi del ministero degli Interni. L'arteria di Jidka Afgooye in quel momento era molto affollata e la deflagrazione ha fatto crollare in parte l'hotel, intrappolando decine di persone sotto le macerie, oltre a danneggiare parecchi edifici vicini, tra i quali l'ambasciata del Qatar. In pochi istanti l'intera zona si è trasformata nel peggior inferno dantesco. Lo riferisce Abdukadir Haji Aden, direttore di Aamin Ambulance, l'associazione di pronto soccorso che per prima è intervenuta sul luogo del massacro. «Da queste parti gli attentati sono all'ordine del giorno purtroppo, ma in 10 anni di esperienza nel nostro lavoro è la prima volta che assistiamo a una cosa del genere. Le scene erano così raccapriccianti che il solo ricordarle è terrificante». Per la cronaca non ci sono stati danni per buona sorte a una spaghetteria italiana, che sorge a non più di 100 metri dal luogo dell'agguato.

Il ministero della Sanità ha lanciato l'appello a donare il sangue, e migliaia di somali, compreso il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, lo hanno fatto (e lo stanno ancora facendo) recandosi negli ospedali di Mogadiscio. Il capo di Stato ha inoltre proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi. Purtroppo la situazione è tutt'altro che sotto controllo. Colpi d'arma da fuoco sono stati sentiti nel quartiere Dagmada Wada ieri pomeriggio, non distante dal luogo della mattanza di sabato. Si tratterebbe di un drappello di Al Shaabab in fuga.

La polizia ha rivelato anche di una seconda bomba esplosa nel distretto di Madina e che ha provocato due vittime.

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