Economia

Mps in caduta libera fa gola solo a Serra: "Investo sul debito"

L'ad Viola: "Supereremo questa fase". Ma il titolo ieri ha perso il 22%

Il finanziere Davide Serra
Il finanziere Davide Serra

Milano Un tracollo mai visto in Borsa. Il titolo del Monte dei Paschi ieri ha perso il 22,2% toccando il nuovo minimo a 0,51 euro dopo un congelamento al ribasso che si è protratto per gran parte della seduta. Da inizio anno le azioni non sono riuscite a chiudere per una volta in terreno positivo: nell'ultimo mese il calo è stato di quasi il 58 per cento. La capitalizzazione è scivolata sotto 1,5 miliardi, esattamente a 1,495 miliardi di euro, meno della metà dall'aumento di capitale da 3 miliardi realizzato solamente sei mesi fa. L'istituto ora vale meno della metà di Bpm (3,3 miliardi) e del Banco Popolare (3,1 miliardi), vale molto nettamente meno della Popolare Emilia Romagna (2,5 miliardi), nonostante rimanga la terza banca del Paese. A nulla sono servite le rassicurazioni dell'ad, Fabrizio Viola, sulla solidità della banca: «Le prime evidenze relative al 2015 confermano che l'attuale andamento del tutto anomalo del titolo non ha alcun riscontro nei fondamentali della banca», ha scritto in una nota diffusa ieri mattina prima dell'apertura di Borsa. Sottolineando una «carenza di compratori piuttosto che la presenza di grandi venditori».Né hanno avuto effetti le parole arrivate nel pomeriggio dal fondatore di Algebris, nonché finanziatore delle Leopolde renziane, Davide Serra: «Per la prima volta sto guardando e iniziando ad investire sul credito del Monte dei Paschi, sui subordinati e sul debito senior», ha detto da Davos a margine del World Economic Forum. Quanto al sistema in generale, «è solido, manca un po' di capitale di 2-3 banche che sono già state identificate e comunque bisogna ragionare sui numeri», rileva Serra. Ma anche nel peggiore dei casi, per Veneto Banca la carenza di capitale è di «meno di un miliardo, per la Pop Vicenza un miliardo, un miliardo e mezzo. Sarà, ma la discesa libera del Monte fa tremare eccome il governo. Tanto che il vertice convocato ieri mattina sulle turbolenze finanziarie fra Matteo Renzi, il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, e il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, si sarebbe concentrato proprio sulla crisi borsistica di Rocca Salimbeni. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano che saranno messe in campo tutte le iniziative necessarie per completare il processo di consolidamento iniziato con la riforma delle banche popolari. Compreso un matrimonio per Siena? Di certo, non scenderanno in campo le big: «Intesa Sanpaolo punta a creare valore per gli azionisti, non può comprare Mps o qualche altra banca», ha detto ieri il consigliere delegato, Carlo Messina, aggiungendo che il governo non sta facendo pressioni affinché acquisti l'istituto senese. Idem per Unicredit con l'ad Federico Ghizzoni che ha negato sollecitazioni da parte del governo ed escluso un intervento sul Monte.

Nel frattempo, più va giù il titolo e più si allontanano i possibili compratori.

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