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Mura, dimissioni farsa: parte la raffica di querele

L'onorevole lascia il Parlamento: "Subìto danni enormi". Di Maio contrattacca: lo denuncio io

Mura, dimissioni farsa: parte la raffica di querele

Roma - Alla fine il deputato velista ha gettato la spugna, o per meglio dire: ha tolto gli ormeggi, prendendo il largo. Andrea Mura, celebre skipper sardo, non sarà più deputato della XVIII legislatura. Lo ha annunciato con una lettera inviata al presidente della Camera. Mura era stato accusato dai colleghi del Movimento 5 Stelle di assenteismo. Il deputato (eletto in un collegio uninominale dove ha battuto l'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci) ha deciso di gettare la spugna dopo il linciaggio mediatico. «Ho portato avanti il mandato di parlamentare nel pieno rispetto delle istituzioni - spiega - Ho partecipato alla stragrande maggioranza delle sedute alla Camera. In totale sono mancato sette volte, per impegni sul territorio o per una breve malattia». L'essere messo alla gogna dai suoi stessi colleghi lo ha convinto dell'inutilità di restare a Montecitorio («senza poter incidere, senza poter portare avanti il progetto per cui sono stato eletto»). In un primo momento, infatti, Mura aveva pensato di entrare nel gruppo Misto. Poi, però la decisione dell'addio definitivo.

Il braccio di ferro tra Movimento e Mura non finisce qui. Intanto c'è da dire che le sue dimissioni devono essere approvate dalla Camera dei deputati. E il risultato è tutt'altro che scontato. E poi c'è la novità dell'azione legale che, secondo fonti bene accreditate, il Movimento avrebbe intenzione di intentare nei confronti del velista. L'accusa rivolta è danno di immagine per il Movimento. E sarà proprio Luigi Di Maio a firmare la querela. E la cosa non si ferma qui. Perché anche Mura potrebbe adire le vie legali. Nella lettera inviata a Fico lo fa intendere. «Ho subito danni enormi - dice - e agirò in tutte le sedi per difendere la mia reputazione. Sono stato espulso dal mio gruppo senza nemmeno essere stato convocato, senza nemmeno poter replicare alle infamanti accuse che mi sono state rivolte».

E pensare che proprio ieri i capigruppo di Camera e Senato dei Cinque Stelle hanno speso parole distensive nei confronti di Mura. Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli hanno firmato una nota congiunta. «Vogliamo ringraziare Mura - scrivono - per essersi dimesso da parlamentare. Un gesto importante che abbiamo molto apprezzato». D'Uva e Patuanelli si augurano che l'esempio di Mura sia seguito dagli altri «assenteisti» di Camera e Senato (ma degli altri gruppi parlamentari). Un augurio un po' ingenuo, visto che lo stesso Mura potrebbe non lasciare lo scranno di deputato della Repubblica.

Se è vero che la maggioranza giallo-verde sarà compatta nel votare a favore delle dimissioni di Mura, è altrettanto vero che il regolamento della Camera, interpretando lo spirito dell'articolo 67 della Costituzione («Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato») cerca di tutelare il «dimissionario» da pressioni indebite imponendo la votazione a scrutinio segreto.

Va da sé che le opposizioni, ora che Mura aveva deciso di aderire al gruppo Misto, avrebbero tutto l'interesse a respingere le dimissioni.

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