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Napoli senza soldi, spuntano le maestre abusive

Mancano i fondi e così alcuni asili sono costretti a ricorrere a operatrici di cooperative sociali

Napoli senza soldi, spuntano le maestre abusive

Napoli - Maestre «abusive» a Napoli. Nella città con un piede nel dissesto finanziario e con graduatorie bloccate e assunzioni che non arrivano, capita che giovanissime dipendenti delle cooperative sociali prendano il posto delle educatrici che, per legge e per contratto, dovrebbero badare ai bambini e ai loro percorsi educativi e didattici. Lo fanno con la consapevolezza che nessuno a livello dell'Amministrazione municipale, perché è lì che si annida la responsabilità dirà alcunché. Un po' per sciatteria e un po' perché non ci sono i soldi necessari per rimettere in piedi gli organici, in due municipalità del capoluogo la terza, comprendente i quartieri popolari del centro: Stella e San Carlo all'Arena; e la decima che ingloba Fuorigrotta e Bagnoli le mamme sono convinte di affidare i loro figli a personale qualificato, e non certo a soggetti che avrebbero tutt'altro compito.

La legge prevede infatti che, dalle 9 alle 16, ad occuparsi degli alunni siano educatrici ed educatori vincitori di apposito concorso. Solo dalle 16 alle 18, invece, è possibile il subentro di operatrici delle cooperative sociali, vincitrici di appalto di servizi, che hanno compiti esclusivamente di intrattenimento per i piccoli alunni; insomma, una sorta di «babysitteraggio». Che cosa succede, invece in diversi istituti del capoluogo? Che queste ragazze anticipino di due o tre ore il loro ingresso in classe prendendo, di fatto, il posto delle maestre e dei maestri che non ci sono. E facendo non solo cose per cui non vengono pagate, con indubbi vantaggi per le cooperative sociali, ma per le quali non hanno alcun tipo di preparazione. Infatti, le ragazze sono costrette a seguire i bambini anche nella fase della mensa quando i più piccoli devono essere attentamente seguiti e monitorati e, in alcuni casi, addirittura imboccati.

«Uso un termine forte e in questo caso parlo proprio di truffa dichiara Agostino Anselmi, responsabile della Cisl Fp per il Comune di Napoli perché i genitori non sanno di lasciare i bambini a soggetti non idonei, che non hanno vinto alcun concorso e che non hanno alcuna competenza. Sono allarmato per quello che sta venendo alla luce». Il Comune di Napoli dovrebbe assumere almeno 50 maestre a tempo determinato, per le quali ci sarebbero anche alcune coperture finanziarie, ma ne arriveranno, nella migliore delle ipotesi, non più di dieci. In realtà come riporta Il Mattino è l'intero fabbisogno organico delle scuole cittadine, stilato dall'assessore comunale Annamaria Palmieri. Assessore che però ha smentito la presenza di maestre «abusive»..

«Non vorrei che, dietro queste disattenzioni a livello gestionale, ci fosse un preciso disegno per sfasciare la scuola dell'infanzia nella terza città d'Italia prosegue Anselmi e questo al netto delle difficoltà finanziarie e organizzative del comparto che pure ci sono e che sono incontestabili».

Il motivo di questo duro atto d'accusa? «Con le maestre che scarseggiano e i servizi non assicurati, sempre più coppie stanno iscrivendo i figli in asili privati».

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