Cronache

Nel carrello dei manolesta tre miliardi di "spesa" l'anno

Vini, liquori, Grana e Parmigiano i più gettonati dai taccheggiatori. Ma spesso si scopre che a rubare sono gli stessi dipendenti o i fornitori

Nel carrello dei manolesta tre miliardi di "spesa" l'anno

In un supermercato di periferia una giovane sudamericana un po' malmessa viene fermata all'uscita alle casse. Un agente della sicurezza vuole ispezionare la sua borsa ma lei si oppone: «Lei non può toccarmi», dice sdegnata mentre presenta lo scontrino con cui ha pagato solo una bottiglia di acqua minerale. A quel punto si aspetta la polizia che la «inchioda» con un pezzo di parmigiano «dimenticato» nella borsa.La scena è tristissima, sembra una lotta tra poveri che rischiano una condanna (di pochi giorni) per un tozzo di pane. Eppure c'è tanta gente che ruba nei supermercati. Meno rispetto al passato (-5% nel 2015) ma rappresenta comunque un corposo esercito silenzioso che procura danni anche ai consumatori. Alla fine le perdite dei magazzini ricadono sempre sulla clientela: almeno 90 euro di costo all'anno per ogni italiano. Ma qual è l'identikit del ladruncolo? Ci sono poveracci che non hanno un soldo in tasca già a metà mese, extracomunitari che comprano pane e mortadella e poi infilano in tasca formaggio e cioccolata, ci sono i furbetti che lo fanno di mestiere per rivendere i prodotti e prediligono alcolici e champagne, profumi e cosmetici. Poi ci sono insospettabili come anziani o signore dignitose che «arrotondano» la spesa con una leccornia nascosta sotto il cappotto. Una elegante donna torinese di 53 anni, per esempio, è stata arrestata quattordici volte per furti in supermercati. L'ultima volta è stata pizzicata con diciannove libri nella borsa, quasi trecento euro di valore. In via generale, però, l'età media del taccheggiatore in Italia è compresa tra i 30 e i 45 anni e prendono di mira superstore, discount e insegne specializzate mentre i dipendenti agiscono dall'interno soprattutto nei negozi di elettronica e articoli sportivi.Quello dei furti in negozio è un fenomeno stra-conosciuto che cresce o si riduce a seconda che girino i soldi o meno. E la contrazione del 5% nel 2015 è dovuta alla ripresa economica e alla massiccia opera di prevenzione antitaccheggio sferrata dalle grandi catene di distribuzione.Ma la tentazione di arraffare per molti è sempre fortissima e a dispetto dei controlli, anche l'anno scorso sono spariti prodotti per un valore di 2,95 miliardi. Una cifra che rappresenta circa l'1,01% del fatturato dei supermercati che operano in Italia. Ma chi ruba e cosa? Al primo posto si piazzano i clienti che un po' pagano e un po' rubano (quasi 5 su 10 furti), seguiti dai dipendenti che come «secondo lavoro» vendono al mercato nero i prodotti oppure si fanno la spesa gratis, e dai fornitori che «dimenticano nei camion pacchi destinati al supermercato». Quali sono i prodotti più appetibili dai ladri? Il vino e gli alcolici. In particolare, spiega Coldiretti, i liquidi sono in vetta alla classifica seguiti da seguiti da formaggi come Grana Padano e Parmigiano Reggiano e la carne fresca o trasformata e gli affettati. A seguire gli accessori moda, calzature ed abbigliamento sportivo, i prodotti per il benessere e la salute dove, ai primi posti troviamo lamette, cosmetici e profumi e, l'alta tecnologia dove i prodotti più a rischio sono accessori per cellulari, iphone, smartphone, ipad e tablet. Infine nel bricolage gli attrezzi elettrici, le batterie ed i cavi sono in cima alla classifica dei prodotti più «ricercati».Il quadro di questo mondo sommerso non mette però l'Italia tra i paesi peggiori. In Europa ci sono più furti in Olanda e in Finlandia, mentre il Messico si aggiudica la palma d'oro dei furti a livello mondiale.

I più virtuosi? Norvegia, Svizzera e Francia.

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