Cronache

Nella capitale molotov contro commissariato. Sospetti sugli anarchici

L'attentato nel centralissimo quartiere Prati. Ma le indagini puntano anche sulle tifoserie

Nella capitale molotov contro commissariato. Sospetti sugli anarchici

Roma - Un uomo che passa all'ora di cena a bordo di uno scooter nel bel mezzo del centralissimo quartiere Prati, zona radical chic della capitale, e lancia una molotov davanti a un commissariato di polizia. Il boato, una fiammata che innesca un piccolo incendio e le prime ipotesi investigative che non escludono nulla ma che inevitabilmente rimandano a un fatto analogo avvenuto sempre a Roma qualche giorno fa davanti a una caserma dei carabinieri, rivendicato dagli anarchici.

Indaga l'antiterrorismo sull'episodio avvenuto venerdì sera in via Ruffini intorno alle 21,30, un orario in cui per le strade di un quartiere pieno di ristoranti come Prati c'è un certo via vai. Eppure a quell'ora un uomo non ancora identificato, probabilmente giovane e con il casco calato sulla testa, ha lanciato una bottiglia incendiaria contro alcuni veicoli della polizia parcheggiati a poca distanza dall'ingresso del commissariato a due passi da piazza Mazzini e dalla sede Rai. La molotov ha colpito un vecchio furgone che gli agenti usano quando fanno servizio allo stadio Olimpico, durante le partite di calcio, parzialmente danneggiato nella parte anteriore ma comunque usato ieri all'Olimpico durante Roma-Cagliari.

Anche se nessuno è rimasto ferito, l'accaduto ha destato grande preoccupazione tra gli inquirenti che stanno cercando di risalire al movente del gesto. I magistrati della Procura di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, sono in attesa di una prima informativa della Digos che sta analizzando i video delle telecamere di sorveglianza della zona, non solo quelle del commissariato, per verificare l'esistenza di immagini utili all'identificazione del responsabile. Ma l'attenzione degli investigatori è più che altro concentrata sulle motivazioni del lancio della molotov. Il fatto che il commissariato preso di mira sia quello maggiormente impegnato nella capitale per organizzare la sicurezza allo stadio, fa propendere chi indaga per un'azione legata agli ambienti delle tifoserie. Per il momento, però, vengono seguite anche altre piste, compresa quella della vendetta di qualche pregiudicato nei confronti dei poliziotti in servizio in quel commissariato.

Ma a rendere questo fatto ancora più preoccupante è quanto accaduto in un altro quartiere, a San Giovanni, all'alba dello scorso 7 dicembre, quando è stato fatto esplodere un ordigno rudimentale davanti alla caserma dei carabinieri di via Britannia. Anche in quell'occasione nessun ferito, ma tanta paura tra gli abitanti. Un'azione rivendicata on-line l'indomani dalla Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale con un documento in cui veniva lanciata una «campagna internazionale contro uomini, strutture e mezzi della repressione». A riprova che la minaccia anarchica in Italia è ancora attuale. Per questo i magistrati che indagano sul lancio della molotov stanno valutando anche i possibili collegamenti con quell'episodio. Ieri mattina il questore di Roma, Guido Marino, si è recato personalmente al commissariato di via Ruffini per esprimere la propria solidarietà ai poliziotti impegnati nel contrasto alla criminalità e oggetto di intimidazione.

«Un atto gravissimo e preoccupante che va condannato con forza», per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, è intervenuto per esprimere solidarietà ai poliziotti: «È molto grave che per la seconda volta in pochi giorni a Roma un attentato colpisca degli uffici delle forze dell'ordine.

C'è un clima inquietante».

Commenti