Cronache

Nelle tende tra sporcizia e serpenti. "Viviamo così, senza fare niente"

Oltre 1.500 migranti ammassati in letti a castello e materassi

Nelle tende tra sporcizia e serpenti. "Viviamo così, senza fare niente"

Conetta (Ve) - Eccola l'accoglienza in Italia. Pulita, trasparente, ma soprattutto redditizia. Il giorno dopo i fattacci di Conetta, i sindaci e i cittadini pretendono una soluzione e la pretendono subito. Conetta è una frazione di Cona, nel veneziano, di 197 abitanti. Immersa nella totale campagna, è a venti chilometri da Chioggia, la piccola Venezia. Lì si incontrano le tre province di Padova, Rovigo e Venezia. Da luglio 2015 l'ex base militare di Conetta è diventata centro di accoglienza per richiedenti asilo.

All'inizio erano un centinaio, anzi i primi giorni una cinquantina, poi i numeri sono cresciuti in modo esponenziale. Ad aprile scorso erano 600 e ora sono quasi a quota 1500. Ieri 100 sono stati portati in Emilia Romagna. Arriviamo a Conetta dopo aver percorso la Romea; un cartello ci indica l' ex base missilistica. Attorno a questa non c'è una casa, non c'è una strada, non c'è un' anima viva. Parcheggiamo l'auto sul ciglio della strada sterrata e ci avviamo. Un'enorme cancellata di ferro si apre e si chiude facendo vibrare il filo spinato che circonda il campo. Percorriamo a piedi il perimetro della struttura e andiamo verso il retro. Un chilometro di sterpaglia, poi l'erba è sempre più alta. La rete che circonda il campo, fino a qualche mese fa, era stata tagliata, gli immigrati si erano ricavati un passaggio, il buco, infatti, è a grandezza d'uomo. Dentro al campo ci stanno le tendopoli, allestite per ospitare i migranti. Dentro ogni tenda, ci dicono, ci sono 140 persone o forse più. «Cosa fate durante il giorno?», chiediamo agli immigrati, conversando in inglese. Non sanno una sola parola in italiano. «Nothing ci dicono niente». Una fonte del Giornale ci gira alcune foto scattate all'interno delle tende, perché a noi in quella struttura è proibito entrare. Anzi, quando ci proviamo veniamo rincorsi e fermati.

Dalle foto si vedono persone ammassate, vestiti gettati ovunque, borse, sudiciume, sporco nei bagni, materassi, brandine, letti a castello infilati uno sopra l'altro, gente in fila per mangiare, persone in fila anche per dormire e fino a qualche mese fa anche i serpenti. La cooperativa che gestisce il centro di Conetta, la ex Ecofficina, ora divenuta Edeco, a maggio scorso è finita sotto inchiesta per truffa aggravata e falso materiale. I vertici della cooperativa avrebbero contraffatto le carte ufficiali di un bando nel comune padovano di Due Carrare, modificando una data, per provare la «pluriennale esperienza nel servizio accoglienza». Una cooperativa, che operava negli asili e nelle biblioteche, ora diventata un grande impero nel Veneto. Nel giro di quattro anni si è aggiudicata i centri di accoglienza di mezza regione. Un bilancio cresciuto in modo esponenziale che come riportava Il Mattino di Padova a settembre scorso, sfiorava i dieci milioni di euro. Insomma, la chiamano la «coop pigliatutto». Ma. «Shut up ci dice un immigrato dal campo zitti». E poi in inglese: «Lui dà loro pochi soldi per qualcosa e per mangiare e dà loro sigarette (...) perché lui ha paura, se noi protestiamo, vengono qui i media e la polizia e questo è un grande problema (...) i media mostrano tutto il campo, fanno il video e dopo guarda tutta Italia...

e dopo chiude il business».

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