Cronaca locale

"Niente chemio, è la festa del patrono". L'assurdo stop scatena l'ira dei pazienti

Solo le emergenze nel giorno di San Liberale. Protettore dei malati...

"Niente chemio, è la festa del patrono". L'assurdo stop scatena l'ira dei pazienti

Il paziente è al centro, la sanità è per tutti e bla bla bla. E poi che succede? Che a Treviso non ci si può curare durante la festa del santo patrono. Soprattutto se cade il 27 aprile, perfettamente a cavallo tra il 25 e i primo maggio, l'ideale per incastrare i giorni di ferie del personale sanitario. La giornata viene considerata al pari di una domenica, di un giorno festivo. E l'Ulss comunica che «non saranno attive le prenotazioni telefoniche, le attività ambulatoriali, i servizi dei distretti socio-sanitari, centri vaccini e Covid point». Si potranno assicurare solo emergenze e interventi urgenti.

Peccato che tra queste non sia contemplato, ad esempio, l'inizio di una chemioterapia di pazienti con tumore che non hanno certo il buon tempo di rinviare la cura. Nemmeno se si tratta di pochi giorni. Oltre al danno la beffa: San Liberale, il santo patrono da festeggiare chiudendo gli ambulatori, era il protettore dei fragili e degli ammalati. Non lo è chi lo festeggia.

L'Ulss 2 ricorda che, a seguito dell'unificazione aziendale, per una questione di uniformità e omogeneità, la festività di San Liberale, patrono di Treviso, rappresenta la festività di riferimento per tutte le strutture aziendali dell'Ulss 2 Marca trevigiana. Quindi è il primo anno che la chiusura viene estesa a tutto il territorio.

«Abbiamo affisso i cartelli in tutte le nostre sedi e informato tutti i medici di medicina generale già nelle scorse settimane. Inoltre, sul sito aziendale, abbiamo pubblicato la nota informativa. E comunque la chiusura è stata condivisa con sindaci e rappresentanza sindacale per arrivare al maggior numero di utenti» sottolinea il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi. Ma, nonostante l'informazione capillare, diversi cittadini non ne sapevano nulla, soprattutto nella zona di Pieve di Soligo.

Molte le lamentele. Ma un conto è se arrivano da pazienti che speravano di poter fare gli esami del sangue di routine, dove un giorno in più o un giorno in meno, non cambiano le loro sorti. Un altro conto è se arrivano da pazienti in emergenza (e quelli che devono cominciare una chemio lo sono) che tuttavia non sono considerati emergenza. Sapere che l'Usl aveva annunciato la chiusura già da giorni non è consolante. «Ieri dovevo fare gli esami del sangue ma con grande sorpresa ho trovato tutto chiuso. Nessuno mi ha avvertito della cosa e mi chiedo anche come sia possibile che, in un'intera Usl, non ci sia un punto che garantisca almeno un parziale funzionamento del servizio» denuncia un paziente alla Tribuna di Treviso.

Il problema di Treviso si ripresenta in varie Asl italiane, non solo nel giorno del santo patrono, ma anche e soprattutto durante le ferie estive. Giornate che vanno smaltite e che, per carità, sono un diritto di medici e infermieri. Ma che non possono fermare o rallentare una macchina che deve restare accesa 365 giorni l'anno. La sanità non va in ferie, nemmeno quando ci sono problemi di carenza di personale sanitario, costretto in tanti ospedali a fare i doppi turni e a rinviare le vacanze per garantire il servizio.

Onorare il santo patrono andando contro la missione per cui è diventato santo, ecco, questo forse è troppo.

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