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"Non esiste alcun piano B: per noi c'è solo la vittoria"

Berlusconi esclude larghe intese col Pd che "ha sempre aumentato tasse, disoccupazione e debito pubblico"

"Non esiste alcun piano B: per noi c'è solo la vittoria"

«L'unico piano B del centrodestra è il piano Berlusconi». Il Cavaliere intervistato dal Tg1 rilancia l'unità della coalizione e, forte di sondaggi sempre più favorevoli si dice sicuro della vittoria, allontanando ogni ipotesi di larghe intese: «Dopo quattro governi non eletti dai cittadini che hanno fatto aumentare tasse, disoccupazione e debito pubblico, ora vinceremo noi», assicura il leader del centrodestra. Che scaccia anche le nubi sul rapporto con il Salvini anti Europa: «Su questo abbiamo un accordo chiaro». Messaggio che dovrebbe rassicurare pure Giorgia Meloni, che ieri ha convocato tutti il 18 febbraio a Roma per firmare un accordo anti inciucio.

Di certo intervento dopo intervento Berlusconi indossa sempre più spesso l'abito dell'«aggiustatore», una sorta di Mr Wolf in grado di «risolvere problemi» e rimettere l'Italia in carreggiata. Una figura a lui cara visto che nel '94 il fondatore di Forza Italia raccontava l'aneddoto del figlio che alla domanda della maestra su quale lavoro facesse il padre, rispondeva: «Aggiusta le televisioni». A quel punto aggiungeva di non avere più tempo per le tv perché doveva «aggiustare l'Italia».

Ora questo filo conduttore viene ripreso nell'ultima intervista a Libero dove racconta di aver spiegato all'Europa che «il centrodestra eviterà il caos in Italia». Berlusconi prende poi le debite distanze da Luigi Di Maio: «Prima che il signor Di Maio possa considerarsi mio rivale dovrà avere un curriculum un po' più significativo che aver fatto lo steward allo stadio San Paolo. No, mi dispiace non avremmo proprio nulla da dirci». Sempre su M5s, osserva che «il fatto di essere il primo partito non significa nulla». «Quello che conta è avere la possibilità di creare una maggioranza in parlamento, maggioranza che certamente dovrà essere di coalizione. Ma - assicura Berlusconi - non ci sarà nessuno stallo e quindi il presidente della Repubblica non avrà questo imbarazzo. Ascolterà le indicazioni dello schieramento che avrà vinto le elezioni, cioè le nostre, e, se le avrà condivise, incaricherà di formare il governo la persona da noi indicata». A un mese esatto dal voto si inizia a entrare nel totonomine. E se per Matteo Salvini, nella testa del Cavaliere, c'è sempre l'incarico da ministro dell'Interno, per Giorgia Meloni arriva una proposta: «Perché non alla Difesa? Ma questo ovviamente è un gioco. I nomi veri li vedremo con gli alleati e Giorgia, come Salvini, è talmente brava che farebbe bene in qualsiasi ministero», aggiungendo che «Draghi sarebbe persona giusta per qualsiasi incarico». La replica di Salvini è scontata: «Io punto a fare il presidente del Consiglio. Ovviamente, occupandomi anche di sicurezza». Con una postilla all'insegna dell'ottimismo: «Il centrodestra avrà la maggioranza sia alla Camera che al Senato».

Una ipotesi che - sondaggi alla mano - appare sempre meno improbabile visto che le proiezioni sui seggi danno la coalizione composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e la quarta gamba di Noi con l'Italia a una decina di seggi dalla maggioranza assoluta. L'ultimo sondaggio Tecnè, ad esempio, certifica che il centrodestra ha raggiunto quota 39%. Inoltre secondo l'istituto queste percentuali tendono a diventare sempre più credibili perché cresce anche la percentuale di chi dichiara che si recherà alle urne.

Un fattore che consolida le previsioni e i trend di questi mesi e lascia prevedere una astensione meno alta di quella delle ultime votazioni.

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