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Mallegni: "Non ho più pendenze. Sospensione ingiusta"

Il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni: "La Severino vale solo per me e Berlusconi. Che veloce il Viminale, mai burocrazia così rapida"

Mallegni: "Non ho più pendenze. Sospensione ingiusta"

«È surreale. Siamo in un Paese surreale in cui un governo non eletto dal popolo sospende un sindaco eletto dal popolo, nemmeno in Camerun. Il problema però non è il sindaco Mallegni, ma la sospensione della democrazia. Se filmassimo in bianco e nero quello che sta avvenendo ci ricorderebbe molto tempi di un recente passato. Il rischio della dittatura democratica è vicino». Massimo Mallegni, sindaco azzurro di Pietrasanta sospeso dal prefetto di Lucca in base alla legge Severino nonstante nel 2012 sia stato assolto da tutto e condannato con pena sospesa per un abuso d'ufficio già prescritto, è furibondo. «Mi sento un perseguitato», ripete: «Nel 2005 divento sindaco col 60,3% e pochi mesi dopo l'allora pm Domenico Manzione, ora sottosegretario, mi manda in galera. Vengo rieletto ora col 55% e con insolita solerzia il Viminale mi notifica una sospensione che non sta in piedi».

Lei e Berlusconi rischiate di essere le uniche vittime di una legge Severino che invece per la sinistra non vale, vedi De Magistris e De Luca...

«Esatto, proprio così, bel record. L'avrei evitato volentieri. E poi che rapidità, mai così veloce la nostra burocrazia».

Perché parla di tempistica sospetta?

«Perché la mia sospensione è maturata in poco più di un giorno. Il prefetto di Lucca in 28 ore riceve la sentenza, la legge, scrive il decreto e riesce anche a notificarlo. Qualcosa non torna. E sa qual è il paradosso? Quella condanna per abuso d'ufficio, un contentino ai pm in un'inchiesta in cui tutte le accuse sono crollate, è ancora in piedi perché io ho presentato appello perché voglio essere assolto. E non posso essere comunque condannato perché il reato è prescritto. Il mio casellario giudiziario è candido come il culetto di un bimbo appena nato».

Si aspettava la sospensione?

«No, assolutamente no. A febbraio del 2015 mi ero fatto fare un parere pro veritate dallo studio Merusi di Pisa. Il parere diceva che in nessun modo potevo essere soggetto alla legge Severino».

Anche a sinistra si sono accorti che la legge Severino va corretta. Spera che il nuovo clima giochi a suo favore?

«La legge Severino è fatta coi piedi, non rispetta nemmeno la legge delega sull'incandidabilità. Sono candidabile ma non posso governare».

E poi l'abuso d'ufficio è un reato «facile» per un amministratore.

«Un mio amico sindaco di grande esperienza diceva che se al termine del tuo mandato non hai nemmeno un abuso d'ufficio vuol dire che non hai amministrato».

Resta il doppiopesismo nella sua applicazione...

«Il doppiopesismo è un sport possibile perché, in una realtà politica come quella italiana in cui nulla è certo, cinque tribunali diversi possono esprimersi in cinque modi diversi. Ma mica è colpa dei magistrati, il vero problema è l'inattivismo della politica che non ha il coraggio di affrontare certi temi».

Crede nella giustizia?

«Si, io sono la prova vivente del fatto che nonostante tutto funziona. Il problema non sono i magistrati, e non è vero che Forza Italia è contro i magistrati. Il problema è la politica che fissa le regole».

Ha ricevuto molti attestati di solidarietà. C'è persino un attore versiliano che ha annunciato che per lei farà lo sciopero della fame...

«Si, e lo ringrazio, come ringrazio tutti quelli che mi sono vicini. Mi ha lasciato basito, è un amico di sinistra eppure sta al mio fianco, per la democrazia calpestata a Pietrasanta».

Pronto il ricorso?

«Si, presenteremo tutto in via d'urgenza.

E nel frattempo farò il sindaco di strada».

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