Cronache

Non si fermano i mini sbarchi: oltre 160 arrivano sui barchini

Tunisini in gommone a Pantelleria. E gli hotspot scoppiano

Non si fermano i mini sbarchi: oltre 160 arrivano sui barchini

Lampedusa under attack. E in men che non si dica, l'hotspot svuotato con il trasferimento degli ospiti in altre strutture dello Stivale ha superato di gran lunga la capienza massima di 95 posti. I 224 ospiti, sommando gli 82 migranti che si trovavano a bordo della Ocean Viking e quelli arrivati autonomamente, fanno temere agli isolani il ritorno al passato. Uno sbarco anche a Pantelleria: in 67, tunisini, sono arrivati con quattro gommoni.

Salvini accantonato, ostacolo superato. Mentre l'hotspot si preparava ad accogliere gli 82 migranti, la Guardia di finanza ha rintracciato in mare vicino a Lampedusa un peschereccio con 78 persone. Non poteva mancare lo sbarco fantasma all'isola dei Conigli, con un barchino arrivato tra i bagnanti stupiti. All'arrivo delle forze dell'ordine sono stati rintracciati 21 tunisini che tentavano di disperdersi sul territorio. In 6 ci sono riusciti sull'isolotto di Lampione. Avvistati da alcuni cittadini, non c'erano più all'arrivo delle forze dell'ordine.

Questo degli sbarchi autonomi e fantasma è un problema che potrebbe risolversi solo schierando la Marina militare per pattugliare le rotte battute da chi parte dalla Tunisia e controllando ogni potenziale nave madre, da cui vengono sganciate in mare le piccole imbarcazioni che giungono sulle spiagge siciliane, ma probabilmente il fenomeno non rappresenta nemmeno un problema per i giallorossi se, tronfi dell'accoglienza a tutti i costi, hanno voluto cancellare con un colpo di spugna la linea dura salviniana riguardo alle Ong, festeggiando il ritorno al passato con l'approdo bene accetto della Ocean Viking. A loro è bastata la parola data di Francia e Germania di prendere in carico il 25% a testa dei migranti, vale a dire 24 ciascuno, cui si è aggiunta quella del Portogallo che ne prenderà 8 e del Lussemburgo di prenderne 2.

Peccato che dai piani alti nessuno parla dei tempi di trasferimento che, se si guarderà al passato, saranno lunghi, dal momento che le commissioni straniere dei paesi che ospiteranno dovranno interrogare i migranti e poi elaborare il lavoro. Nel frattempo restano tutti in Italia. Sembra un disegno preordinato. Più che Lampedusa è l'Italia a essere sotto attacco, che pullula di migranti economici che non vuole nessuno in Ue e, dunque, di irregolari. «Devono essere ripartiti tutti dice un sindaco siciliano -. L'Ue non può esporsi solo per i migranti che arrivano con le navi Ong. Altrimenti da noi restano sempre gli irregolari. La Germania accoglie più di noi? Sarà così per i regolari, da noi restano gli incollocabili».

E intanto dal Viminale vengono fornite rassicurazioni a Lampedusa sul fatto che presto inizieranno i trasferimenti in altre strutture, alcune già stracolme come l'hotspot di Pozzallo, e già rassegnate a gestire la pressione di flussi continui incentivati dalla presenza in mare di navi Ong e dai porti spalancati.

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