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Nuovo regalo ai magistrati: in pensione più tardi

Gli alti gradi sono mantenuti in servizio

Nuovo regalo ai magistrati: in pensione più tardi

Roma - Il drastico abbassamento dell'età pensionabile da 75 a 70 anni è stata la prima sfida ai magistrati di Matteo Renzi. Ma la riforma del 2014 ha prodotto in un biennio mille posti scoperti su un organico di 9 mila toghe. Sommerso da allarmi e proteste, il premier è dovuto correre ai ripari con due proroghe di 12 mesi per i magistrati tra i 70 e i 72 anni. L'ultima scade il 31 dicembre e ora Renzi è costretto ad un nuovo provvedimento, che probabilmente sarà approvato oggi dal consiglio dei ministri.

Il decreto legge dovrebbe mantenere in servizio 180 toghe, molte delle quali in posizioni apicali. A cominciare dal procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, dal primo presidente della stessa Suprema corte Giovanni Canzio (nominato solo a dicembre), dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, dal procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo, fino a noti magistrati di Cassazione come Nello Rossi e Renato Rodorf.

Sembra che a Palazzo Chigi si sia studiata in un primo momento una norma più ristretta, appunto per «salvare» dalla pensione solo questi personaggi, ma i rischi di incostituzionalità e più ancora l'impopolarità di una scelta del genere avrebbero poi convinto il governo a ripiegare su una fotocopia della proroga approvata l'anno scorso. Lo stesso capo dello Stato Sergio Mattarella, anche nella sua veste di presidente del Csm, non avrebbe consentito norme ad personam e Renzi non voleva perdere la faccia correggendo di nuovo il limite a 72 anni invece di 75. Così, ha innestato la retromarcia tamponando il problema ancora per un anno.

È chiaro, però, che il ricambio generazionale di magistrati avviene in modo troppo lento. Lo stesso Csm è stato costretto ad uno «sforzo straordinario», approvando in meno di 2 anni ben 438 nomine. «A un flusso in uscita rilevante - spiega il vicepresidente di Palazzo de' Marescialli Giovanni Legnini - non corrisponde un proporzionato flusso in entrata. Abbiamo proposto di agire anche sull'accesso dei giovani, riducendo il tirocinio di 18 mesi e aumentando i concorsi».

Il decreto legge, infatti, potrebbe ridurre a 12 mesi il tirocinio che i vincitori dei concorsi affrontano prima di essere assegnati a procure o tribunali.

E contenere norme per ridurre i ricorsi in Cassazione, i cui uffici sono particolarmente in affanno anche per l'età avanzata dei consiglieri.

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