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Il nuovo vento del Nord gonfia le vele al centrodestra

Sono crollate le roccaforti rosse, dalla Liguria al Friuli Piazze piene, teatri gremiti e simulazioni lo dimostrano

Il nuovo vento del Nord gonfia le vele al centrodestra

Nella morsa del siberiano Burian c'è un altro vento del nord che fa ancora più rabbrividire a sinistra: quello del centrodestra che torna egemone nelle regioni motore del paese. Le simulazioni degli istituti di sondaggi disegnano una grande macchia azzurra da ovest ad est, dalla Liguria (già espugnata alle Regionali dal berlusconiano Toti) al Friuli Venezia Giulia, dove il Pd ancora guida la regione ma ha già ceduto su Trieste, Pordenone e Monfalcone. L'antica roccaforte del centrodestra, l'asse del Nord, può ricomparire il 5 marzo in tutta la sua forza, dopo una stagione in cui il Pd renziano aveva sognato la scalata del Settentrione, con la conquista di Milano e le vittorie altamente simboliche a Bergamo e Varese, culle del leghismo. L'aria che tira a destra su scala nazionale, invece, rischia di diventare una tramontana al nord. L'ultima rilevazione YouTrend sui collegi uninominali in palio (232 alla Camera, 116 al Senato) disegna una partita senza storia per il Pd e i Cinque Stelle nella «Baviera d'Italia».

Se si eccettuano due fortini di centrosinistra come il Trentino-Alto Adige (lì il Pd è forte perché alleato della Svp, il partito che ha i voti) e la Valle d'Aosta, per il resto delle sfide prende corpo l'ipotesi di uno storico cappotto. Anche per l'Ipsos il centrodestra si assicura come minimo 16 collegi su 19 in Veneto (ma altre rilevazioni dicono che solo quello di Venezia è considerato contendibile per il centrosinistra, le altre sono partite già date per chiuse), 31 su 35 in Lombardia, la seconda patria del grillismo visto che la Casaleggio Associati è di Milano e Di Maio ha battuto in lungo e in largo la regione, ma lì il M5s rischia di perdere tutti i collegi senza toccare neppure la palla. Ma anche in Liguria (dove vanno meglio i grillini), in Piemonte e soprattutto in Friuli Venezia Giulia, è il centrodestra a uscirne meglio di tutti. Non solo, anche in Emilia Romagna - qui soprattutto per la trazione leghista - il peso del Pd è ridimensionato e il centrodestra macina nuovi consensi. Secondo la simulazione elaborata da Salvatore Vassallo, ordinario di Scienza politica all'Università di Bologna, per Repubblica, il centrodestra potrebbe vincere in sei collegi sui 17, da Ferrara dove corre il ministro Franceschini ad altri cinque dove sono i candidati uninominali della Lega salviniana a correre. Il tutto a disegnare un predominio schiacciante del centrodestra nell'area più avanzata dell'Italia.

Lo dimostrano anche le piazze e gli incontri pubblici della coalizione negli ultimi giorni. Un mare di gente per Salvini in piazza Duomo a Milano, un bagno di folla per Berlusconi nel suo Teatro Manzoni, contando pure che l'elettorato di centrodestra è meno incline alla piazza rispetto agli altri, il segnale è chiaro. Anche Roberto D'Alimonte nell'ultima rilevazione sul Sole24Ore rileva una nuova geografia elettorale, che vede il Pd non più imbattibile nelle regioni rosse, il M5s molto forte al Sud ma debole al Nord, dove invece il centrodestra si avvicina al 40%. In fondo, per il centrodestra, è il ritorno alla geografia degli anni d'oro, quando stravinceva al Nord, ma anche in molte regioni del Sud (a partire dalla Sicilia, ricca di seggi).

Per i grillini la conferma della difficoltà a sfondare nel mondo produttivo, per il Pd renziano un brusco ritorno alla realtà dopo l'illusione delle conquista del Nord, culminata con le europee del 2014 quando Renzi prese il 43% nel Nord-Est.

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