Politica

Ora i transfughi di Denis sono sempre più inutili

Il gruppo di Ala si allarga e conta 12 senatori, ma rischiano di non contare nulla

Ora i transfughi di Denis sono sempre più inutili

Roma - È molto, Linea Notte del Tg3 sta per terminare quando Nunzia De Girolamo, l'ex ministro da poco ritornata in Forza Italia, enuclea il proprio ragionamento politico. Il governo Renzi, in buona sostanza, si regge su tre alleanze: quella tra la maggioranza e la minoranza del Pd, quella con l'Ncd di Alfano e «la terza alleanza con Verdini, la new entry, un'alleanza a gettone per raggiungere i 15 senatori necessari per approvare la riforma costituzionale».

Nemmeno il tempo di terminare che Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e soprattutto renziano doc, la interrompe. «A me di Verdini e D'Anna interessa poco perché quando si conteranno i numeri dell'approvazione delle riforme costituzionali ci si accorgerà che non sono determinanti», afferma categorico. De Girolamo insiste sull'equivoco di un Pd che, comunque, dovrà spiegare ai propri elettori l'importanza di avere al fianco parlamentari che un tempo erano al fianco del nemico Berlusconi. Bonaccini si irrita ancor di più. «Verdini e D'Anna non sono determinanti per questo governo», sbotta aggiungendo che «chi deve spiegare non è certo il Pd», alludendo al fatto che Forza Italia sia venuta meno all'accordo del Nazareno (trascurando, però, le ripetute buggerature di Renzi al Cav).

La sicumera di Bonaccini, però, non è una quisquilia. Dopo l'intesa ritrovata all'interno della direzione Pd tra il premier e la minoranza guidata da Pier Luigi Bersani (e messa nero su bianco con i tre emendamenti al ddl Boschi), il gruppo Ala di Denis Verdini ha una rilevanza minore, molto minore. Secondo i conti che si fanno a Palazzo Madama, l'accordo piddino vale 111 voti favorevoli (al momento sono solo tre i senatori che dovrebbe persistere nel «no»). A questi si aggiungeranno i 35 di area Popolare, i 14 delle Autonomie, tre di Gal (Naccarato, Davico e D'Onghia) e cinque del Misto (gli ex M5S Bencini e Romani, la coppia Bondi-Repetti e il sottosegretario Della Vedova). Il totale fa 168 e potrebbe rimpinguarsi anche con qualche senatore a vita, Ma già con questa consistenza numerica, la riforma avrebbe l'ok dell'aula poiché la maggioranza è di 161.

Insomma, i dodici laticlavi confluiti sotto l'Ala di Verdini rischiano di recitare la figura degli «utili idioti» (copyright di De Girolamo ieri a Linea Notte ). Una residua speranza di contare qualcosa sussiste: la decina di ribelli alfaniani potrebbe tentare il colpo grosso. A Denis non resta che sperare..

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