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"Paga solo chi guarda" L'opzione sul canone Rai che fa tremare il governo

"Paga solo chi guarda". Ma lo Stato vuole fare cassa. I 500 milioni in più finirarnno a coprire altre spese della finanziaria

"Paga solo chi guarda" L'opzione sul canone Rai che fa tremare il governo

C'è un modo infallibile per azzerare l'evasione del canone tv. Una card per criptare i programmi, impedendo la visione a chi non paga. Soluzione che sa di antico (un ritorno allo spirito del primo regio decreto che regolava le «radioaudizioni»), ma è al contempo modernissima perché richiama le pay tv. A proporlo è stato Pierluigi Sabbatini, membro dell'Autorità antitrust. Sabattini parla da economista (è bene sottolinearlo, non a nome del garante per la concorrenza), ma la competenza (è responsabile Comitato per le valutazioni economiche) rende l'idea quantomeno fondata.

In sintesi: «Criptare le trasmissioni Rai e fornire la card Rai a coloro che pagano il canone». Una soluzione, ha spiegato in un intervento su Lavoce.info , che «obbligherà chi vuole fruire del servizio a pagarlo e, nel contempo, consentirà a chi non se ne vuole servire di evitarne il pagamento». Allo stesso tempo, spiega Sabbattini, andrebbero eliminati i tetti pubblicitari per l'emittente pubblica perché «non sarebbe più opportuno imporre uno specifico modello di finanziamento».

La Rai non verrebbe meno al servizio pubblico, visto che, a differenza delle altre aziende del settore, «non è assoggettata agli stessi criteri di profittabilità di un'impresa privata e dispone ancora di asset importanti che non sono nella disponibilità delle altre emittenti».

Proposta ragionevole e fondata, da un punto di vista di un economista. Inapplicabile se si cerca di raschiare il barile per fare quadrare i conti del Paese. Il canone - ricorda lo stesso economista dell'Antitrust - è già stato trasformato da tassa, pagata in cambio di un servizio, in una imposta per il solo possesso di una televisione.

Con la proposta Renzi, c'è un ulteriore salto. Uno sconto, graditissimo ai contribuenti, da 113,5 a 100 euro. Paga quel 27% di italiani che oggi evadono il canone.

Il problema è: che fine faranno gli introiti extra calcolati in 500 milioni di euro. Logica vorrebbe che fossero investiti nel servizio pubblico. In una riduzione ulteriore del canone. E queste ipotesi sono tutte in piedi. Non c'è una decisione ufficiale e finale, visto che i dettagli della legge di Stabilità sono di fatto ancora da definire.

Quello che è certo è che le «aziende di vendita di energia elettrica», trasformate in esattori, dovranno versare all'erario le somme, forse attraverso un «soggetto unico» costituito dal governo. I soldi finiranno nel calderone delle entrate. Il conto dovrebbe essere di 500 milioni di euro. Difficilmente il ministero del Tesoro ci rinuncerà. Probabile che alla Rai venga semplicemente garantita l'invarianza di gettito rispetto a oggi e che quei soldi vengano utilizzati per finanziare le misure della Stabilità che comportano una spesa.

Ma c'è un altro «cinquecento» che pesa sul canone. È la sanzione prevista dai testi circolati della legge di Stabilità. Si parla di una sanzione pari a cinque volte l'importo del nuovo tributo. Ipotesi smentita da Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza ed esponente renzianissimo del Pd. «Non sarebbe accettabile nessuna multa di 500 euro sul canone Rai. Si tratta solo di indiscrezioni e bozze». E, comunque, «la norma dovrà passare in Parlamento».

Di fatto, una marcia indietro.

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